Lunedì 15 Luglio 2024

L’impresa tessile del 2030 è smart: "Basta con individualismi e gelosie"

Luca Giusti, presidente di Confartigianato, traccia un quadro chiaro del distretto di domani: etico digitale e interconnesso. "Le micro aziende rischiano di scomparire con la globalizzazione del mercato".

L’impresa tessile del 2030 è smart: "Basta con individualismi e gelosie"

L’impresa tessile del 2030 è smart: "Basta con individualismi e gelosie"

L’azienda tessile del 2030 è una ditta interconnessa, sia a livello societario che nella fase produttiva, con le altre imprese del distretto; è condotta da imprenditori preparati, che sanno cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia, come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, lavora nel pieno rispetto delle normative, dotata delle varie certificazioni guardando con un’attenzione particolare alla sostenibilità sia ambientale che sociale. Non è solo un sogno, ma un’idea ben precisa quella che Confartigianato Imprese Prato vuole realizzare nel disegnare l’azienda tessile del futuro distretto pratese. "È una grande sfida quella in cui siamo impegnati, ma è una sfida che vogliamo vincere perché il distretto tessile può avere un grande futuro, a patto che riesca ad affrontare e attraversare le grandi questioni che ancora ne limitano le potenzialità". Nelle parole del presidente di Confartigianato Imprese Prato, Luca Giusti, c’è tutta la determinazione a raggiungere gli obiettivi.

Quali sono i principali nodi da sciogliere?

"Innanzitutto le aziende del distretto dovranno essere interconnesse tra loro. Deve finire una volta per tutte quell’individualismo misto a gelosia che per decenni ha indotto a chiudersi in sé stessi e finalmente aprirsi a una collaborazione a tutto campo".

In che modo?

"A legare le aziende del distretto non può essere solo una valutazione del rapporto qualità-prezzo, ma qualcosa che va oltre e si fonda sulla serietà e sulla fiducia reciproche, superando quei concetti ormai obsoleti di committente e terzista. Una tendenza che, per la verità, si era iniziata a intravedere nel corso del 2023 e inizi 2024, con l’interesse di alcune aziende a entrare in compartecipazione con altre, attraverso soprattutto l’acquisto di quote societarie, garantendo così la valorizzazione delle reciproche conoscenze e competenze. E questo non solo tra aziende committenti e terziste ma anche tra lavorazioni intermedie della stessa filiera produttiva".

Quanto deve essere strutturata oggi un’azienda tessile?

"Per dare un’idea, teniamo conto che oggi una tessitura con meno di 8-10 telai è fuori mercato. Ma oltre a questo è fondamentale specializzarsi, ottenendo le certificazioni oggi richiestissime, soprattutto nel campo della sostenibilità e della tracciabilità. Poi la digitalizzazione. Il mercato va sempre più in questa direzione e occorre attrezzarsi".

A proposito di tecnologia, che ruolo può giocare l’intelligenza artificiale?

"Rappresenta una grande opportunità e potrà avere molti utilizzi. Il vero problema è quello di come trasferirlo nel nostro mondo perché credo che al momento non ci sia una preparazione adeguata per gestirla. Intanto voglio sottolineare che l’IA è uno strumento, capace di sintetizzare e valorizzare l’intelligenza umana e non di sostituirla. E come ogni strumento, va saputo usare. Più in generale, parlando di digitalizzazione, si tratta di un passo inevitabile ma che presuppone l’adozione di un cambio di mentalità".

E in tutto questo qual è il ruolo dell’associazione?

"Il nostro ruolo è più che mai fondamentale e decisivo, perché è impensabile che questi cambiamenti possano avvenire per singola azienda ma potranno essere solo il risultato di un impegno comune che, nella nostra associazione, possono trovare il laboratorio ideale. È una grande sfida per noi già iniziata di far comprendere l’importanza di questi processi per precorrere il futuro e farci trovare preparati, come imprenditori, agli scenari futuri. Poi occorre considerare più in generale la politica del territorio".

Si.Bi.