La politica di sostenibilità industriale del colosso del tissue Essity, fa delle sedi di Altopascio e Porcari l’eccellenza del distretto cartario della Lucchesia. Parliamo di autonomia energetica, economia circolare e riutilizzo degli scarti di produzione, così come del riutilizzo delle risorse idriche.
Lo spiegano bene Giuseppe Di Benedetto e Claudio Fumasoni, rispettivamente Site Manager Altopascio e Operations Director PLD di Essity in Italia: "Essity è fiera di essere tra i pionieri in Italia nell’adozione di tecnologie sostenibili avanzate per ridurre l’impatto ambientale delle nostre operazioni – affermano – gli stabilimenti di Altopascio e Porcari rappresentano infatti un esempio concreto di come sia possibile coniugare l’eccellenza produttiva al rispetto per l’ambiente, dimostrando che innovazione e sostenibilità possono andare di pari passo. Siamo orgogliosi – aggiungono Di Benedetto e Fumasoni – dei risultati ottenuti finora e continuiamo a lavorare con determinazione per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di sostenibilità".
Parlando di riduzione delle emissioni e di autonomia dal punto di vista energetico, nello stabilimento di Altopascio ha preso forma il sistema avanzato di cogenerazione ed alto rendimento, il progetto ReEnergy; un impianto sicuramente innovativo entrato in attività circa due anni fa e dal costo di sei milioni di euro, attualmente alimentato a gas naturale ma riconvertibile in futuro a idrogeno. Permette di produrre energia termica ed elettrica, facendo in modo di ottimizzare le risorse energetiche.
Traducendo, questo tipo di impianto ha condotto a una riduzione dell’utilizzo di fonti energetiche esterne e l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni per giungere all’autosufficienza energetica e arrivare all’obiettivo, sempre fisato al 2025, di portare l’autonomia al 98%. Essity ha messo in pratica anche la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana che riduce il consumo di acqua potabile, andando a intercettare l’obiettivo principe che mira alla sostenibilità idrica.
Interessante senza ombra di dubbio è anche il progetto “Crush” che ridà vita ai sottoprodotti agroalimentari di origine italiana che vengono riutilizzati nello stabilimento di Collodi per la realizzazione di prodotti di alta qualità a basso impatto ambientale, quali tovaglioli, fazzoletti e carta igienica biodegradabili e compostabili, e la carta da cucina. Da sapere che lo stabilimento di Altopascio è certificato ISO 14001 e il 99% degli scarti di produzione viene riutilizzato.
All’azienda Essity, l’economia circolare è di casa: il “Progetto Fanghi” che riguarda lo stabilimento di Porcari, permette di reimpiegare i propri fanghi di cartiera, considerati eccellenti in quanto privi di sostanze chimiche o dannose, per essere immessi nuovamente in ulteriori processi produttivi che danno vita ad altri prodotti. Ciò ha determinato il calo netto dei rifiuti destinati alla discarica, andando quindi a intercettare uno degli obiettivi primari. C’è infine da segnalare che, a livello globale, la Essity che aderendo alla Race to Net Zero delle Nazioni Unite, si è di fatto impegnata al raggiungimento delle emissioni zero entro il prossimo 2050.
Un’azienda, quindi, che a pieno titolo può vantarsi di essere al passo con i tempi, andando sequenzialmente a intercettare gli obiettivi legati alla sostenibilità dell’ambiente.