Giovedì 22 Agosto 2024
BENEDETTA DALLA ROVERE
Distretti

Il viceministro Bignami: "Sul nodo di Bologna c’è troppa ideologia. Treni, sì alla Dorsale"

L’esponente di governo scettico sulle principali opere del capoluogo "Tram, la Linea rossa passa da zone delicate, difficile finire entro il 2026. E sul Passante avrei preferito un’altra soluzione, ma ormai si va avanti". .

Il viceministro Bignami: "Sul nodo di Bologna c’è troppa ideologia. Treni, sì alla Dorsale"

Il viceministro Bignami: "Sul nodo di Bologna c’è troppa ideologia. Treni, sì alla Dorsale"

Bologna, con i suoi cantieri, fa da apripista all’Emilia-Romagna che cambia. Non ci sono solo luci ma anche qualche ombra, come spiega il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, per il quale "sulla città, purtroppo, non c’è una strategia compiuta"

Viceministro che cosa non la convince?

"La visione finto-ambientale, che ha ispirato alcune misure come Bologna 30, e che in realtà non è utile. Il sindaco Lepore ha una eccessiva impronta ideologica, accompagnata dalla incapacità di aprirsi e ascoltare. Su Bologna 30, che è contraria ad alcuni articoli del Codice della strada, il voler proseguire con questa pervicacia diventa ideologismo fine a sé stesso. Le istituzioni, invece, sono di tutti e non devono avere una coloritura politica".

Cosa pensa del cantiere del tram?

"La linea verde del tram è interessante, perché congiunge Corticella con il centro e i binari interferiscono poco con la viabilità su gomma. Sulla linea rossa, invece, c’è una forte criticità perché attraversa spazi fortemente antropizzati come via Riva Reno o via Indipendenza. Sono anche in dubbio sulla possibilità che i lavori vengano ultimati nei tempi previsti dal Pnrr: vedo forti ritardi, soprattutto in zona Fiera".

Anche il Passante di Bologna è un nodo decisivo per la città.

"C’è sicuramente l’esigenza di ampliare le capacità di flusso e di carico del nodo bolognese, sempre più congestionato. Ho sempre avuto grandi remore sull’allargamento della sede esistente, ritenendo più opportuna la creazione di un Passante Sud. Lo stato di avanzamento della progettazione ereditata dal precedente Governo e la definizione del procedimento amministrativo, però, non hanno consentito una riapertura del dossier".

L’Aeroporto Marconi è molto vicino alla città. I cittadini hanno chiesto – e ottenuto, anche se il provvedimento andrà in scadenza a breve – meno voli, soprattutto la notte, ma l’economia bolognese ne beneficia. Come mediare?

"L’Aeroporto ha raggiunto un picco di quasi 10 milioni di passeggeri e ha varato un importante piano di sviluppo, che confido migliori la struttura in tempi rapidi. Quanto alle proteste dei cittadini bisogna trovare un equilibrio, cosa che il Governo è riuscito a fare ad esempio sui voli notturni. L’abbattimento dei rumori, però, è da perseguire anche con un’evoluzione tecnologica dei velivoli"

Sempre da Bologna passerà anche la dorsale adriatica dell’Alta velocità.

"L’Alta velocità sulla dorsale adriatica è un’opera necessaria, che si inserisce anche nei corridoi europei TEN-T. Nelle prossime settimane partirà il dibattito pubblico per realizzare il primo segmento della tratta, tra Bologna e Castel Bolognese".

Perché questa linea e perché questo segmento?

"A Castel Bolognese arriva la linea merci che, viaggiando di notte, può usufruire dell’alta velocità non occupata dai Freccia Rossa e collegherà il porto di Ravenna e Bologna. Il costo è di 3 miliardi per 56 chilometri, sicuramente importante".

È una linea fondamentale anche per la logistica. L’Emilia-Romagna è all’avanguardia anche in questo settore.

"L’alluvione ha mostrato come la rottura delle linee di comunicazione determini una frattura di tutta la nostra Penisola e questo comporta l’esigenza di una infrastrutturazione logistica particolarmente vigorosa, senza però creare alterazione dei mercati. In questi giorni abbiamo approvato alla Camera il disegno di legge sugli Interporti che punta ad evitare che ci sia un proliferare di piattaforme".

Sull’alluvione a che punto siamo?

"Ci sono due tipi di ricostruzione, una pubblica e una privata. Quella pubblica procede con una buona efficienza, mentre quella privata sconta ritardi, perché è stata mutuata la piattaforma Sfinge, già impiegata per il terremoto, con delle difficoltà di adattamento che cerchiamo di velocizzare. Aiuta il confronto aperto tra struttura commissariale e cittadini e l’apertura di uno sportello a Forlì. Per il terremoto di 12 anni fa è ancora aperta la ricostruzione, mentre per l’alluvione del maggio scorso diversi miliardi di euro sono già nella contabilità del commissario e siamo già a buon punto per quanto riguarda la ricostruzione pubblica".