Martedì 16 Luglio 2024

Il distretto tessile e la sfida della modernità: "Modello giusto, ma spazio alla tecnologia"

La v isione del futuro di Francesco Marini, responsabile sviluppo prodotto e innovazione di Marini Industrie in prima fila anche in Ctn .

Il distretto tessile e la sfida della modernità: "Modello giusto, ma spazio alla tecnologia"

Il distretto tessile e la sfida della modernità: "Modello giusto, ma spazio alla tecnologia"

Francesco Marini, responsabile sviluppo prodotto e innovazione di Marini Industrie, l’azienda di famiglia, conosce bene il distretto ed i suoi meccanismi. Da sempre è impegnato in prima persona in Confindustria Toscana Nord e oggi ne è membro nel Consiglio generale.

Quali sono le sfide e le opportunità del settore tessile oggi?

"Tra le sfide principali c’è quella di dover rispondere ad un mercato che ha cambiato i connotati dal punto di vista distributivo. I tempi sono più accelerati e le aziende tessili si devono adeguare al trend, mantenendo un prodotto di alta qualità, innovativo e in grado di fornire al cliente l’elasticità e la customizzazione necessarie. Si tratta di trovare un equilibrio tra le nuove richieste del mercato, l’innovazione e la tradizione. A mio avviso, il modello del distretto pratese è ottimo per rispondere ad alcune di queste esigenze, a patto che vengano rafforzati i processi di digitalizzazione e di tracciabilità, poiché a fianco di questa sfida ce n’è un’altra: quella che ci chiede di rispondere a norme sempre più stringenti sul fronte della trasparenza e dell’impatto ambientale. In altre parole, possiamo dire che la formula distretto è attuale più che mai come principi base, ma che il modo in cui si attuano questi principi ha bisogno di un supporto tecnologico maggiore per stare al passo del mercato".

Pratiche sostenibili, economia circolare, innovazione: come si evolve la tradizione tessile davanti a queste sfide?

"La sostenibilità non è più un elemento in grado di fare la differenza sul mercato, poiché è un elemento che spesso è dato come consolidato e parte integrante dei processi di un’azienda. Siamo già al passo successivo, si parla sempre più spesso infatti di gestione Esg (Rating di sostenibilità). Per quanto riguarda la circolarità, a Prato abbiamo il vantaggio di avere in ’casa’ un know-how da non disperdere, bensì da incrementare, valorizzare e comunicare a dovere. Spesso c’è molta curiosità attorno al modello Prato ma ancora poca consapevolezza dell’unicum che rappresentiamo nel panorama dell’economia circolare. La stesura delle norme europee sull’economia circolare è per noi un’occasione storica: se insieme, aziende ed associazioni di categoria, riusciamo a far passare il messaggio che la seconda vita della lana e del cashmere fa parte di un processo virtuoso e meritevole di essere misurato con criteri differenti rispetto ad altri materiali, potremo aggiungere valore a questa expertise che ci distingue a livello internazionale. Per questo la scrittura della end of waste diventerà fondamentale per mantenere inalterata la catena del valore dei sottoprodotti tessili del nostro distretto".

Quali criticità preoccupano maggiormente il settore?

"Tra le questioni da affrontare c’è la frammentazione delle filiere tessili, spesso composte da micro realtà familiari: un elemento che può complicare il monitoraggio delle emissioni e l’implementazione di standard ambientali. Accanto a questo, c’è anche il bisogno da parte di tutte le realtà - in particolare le più piccole - di avvalersi di nuove competenze sul fronte della digitalizzazione dei processi, della comunicazione e della sostenibilità. A tal proposito, sarebbe fondamentale incentivare la collaborazione tra le diverse realtà della filiera, investire in formazione e sensibilizzazione sulle pratiche sostenibili".

Nella sua esperienza imprenditoriale, qual è la policy in termini di sostenibilità e come si lavora alla riduzione dell’impatto ambientale?

"Le norme che saranno presto realtà - penso all’introduzione del passaporto digitale dei prodotti - imporranno delle scelte di politica industriale e ridisegneranno gran parte dei processi. Credo che questi cambiamenti vadano introdotti sin da ora in azienda".

Sa.Be.