Il presidente della provincia Marcello Pierucci, risponde ad alcune domande riguardanti le sfide del distretto cartario
La Lucchesia è sinonimo di storia dell’industria cartaria, che idea si è fatto in termini di sviluppo e occupazione?
"Si tratta di un importante distretto industriale, il primo per fatturato della Provincia di Lucca, sono i numeri a parlare sia per i volumi della produzione, sia per numero di occupati. Va sottolineato che il Polo cartario lucchese è riconosciuto ufficialmente a livello europeo: ha 140 stabilimenti, 6.500 addetti, 2.000.000 di tonnellate di carta e cartone prodotte e ben 3,5 miliardi di fatturato che significa la metà di tutto il fatturato italiano di questo comparto economico e vanta il primo posto per la produzione di carta tissue. Se poi vogliamo allargare gli orizzonti al settore metalmeccanico che fornisce macchine, attrezzature, tecnologie e servizi alle cartiere, qui si contano oltre 8mila addetti e circa 2,6 milioni di euro di fatturato. I numeri testimoniano come questo settore si sia evoluto, adeguato e cresciuto".
Vi è un aspetto in particolare che la preoccupa?
"Il costo dell’energia che in Italia è maggiore che altrove. In Francia hanno le centrali nucleari e riescono ad avere un costo dell’energia molto più basso. L’Italia negli anni ha fatto scelte diverse ma su questo fronte non riusciamo ad essere competitivi con altri Paesi europei. Poi c’è la criticità relativa all’aumento delle materie prime su cui sicuramente gli addetti ai lavori possono argomentare meglio di me; ma l’aumento citato è un problema, ad esempio, per tutti i cantieri e gli investimenti pubblici".
Come immagina i bisogni dell’industria cartaria in relazione alle competenze della Provincia?
"La provincia ha competenze di coordinamento e supporto ai Comuni del territorio sui temi di interesse sovra comunale come quello della mobilità; quindi credo che l’ente potrebbe assumere un ruolo di stimolo per avviare un ragionamento complessivo sullo sviluppo sostenibile del territorio su cui questo comparto economico ha ruolo strategico".
Gli industriali invocano da tempo il rafforzamento del trasporto su ferrovia, implementando anche i nodi dei tronchetti ferroviari: la sua opinione?
"Credo nel trasporto delle merci su ferro, tuttavia a livello nazionale siamo ancora in ritardo rispetto agli obiettivi UE (che prevedono una quota di trasporto merci su ferro del 50% nell’ambito dell’obiettivo di azzeramento delle emissioni di CO2). Questa modalità di trasporto è in un momento di crisi generale di mercato, pertanto il trasporto su gomma risulta ancora essere una soluzione più flessibile e a volte anche più economica, in un contesto in cui la dinamica delle tariffe di accesso alla rete e i costi fissi pongono ostacoli alla crescita della mobilità su ferro. Il Polo cartario lucchese è già dotato di tronchetti ferroviari utilizzati da alcune aziende che riescono a portare avanti buone pratiche di riduzione delle emissioni. Occorrerebbe sviluppare azioni di potenziamento e nuova realizzazione in base alle domande di connessione al sistema ferroviario. Penso al collegamento con il sistema portuale toscano a Livorno. Per un trasferimento su ferro dei traffici su gomma, il tema del raddoppio ferroviario da Pistoia a Lucca ha un ruolo fondamentale per decongestionare la rete ferrovia e renderla competitiva: un ragionamento da fare su scala regionale e la Regione Toscana potrebbe fare molto in questo senso insieme a RFI".
Industria cartaria significa anche ingente consumo di energia: quali altre politiche attuare per concorrere a diminuire le emissioni di Co2 e come, la Provincia, può incentivarle?
"Oltre a incentivare l’utilizzo della ferrovia per il trasporto delle merci , questo settore fortemente energivoro, può offrire spunti di innovazione per sperimentare nuovi sistemi di trasformazione e di razionalizzazione di energia. Penso alla rigenerazione dei fumi a scopo energetico in un’ottica di economia circolare. Sul fotovoltaico ritengo che la localizzazione di nuovi impianti debba avvenire in aree già occupate e urbanizzate come coperture, parcheggi ed edificati evitando nuovo consumo di suolo“.