Paolo Cavini, presidente di Cna Emilia-Romagna, il mondo della logistica e dei trasporti è soggetto di grandi cambiamenti e trasformazioni. Come stanno vivendo la transizione le vostre realtà associate?
"Nel 2018 abbiamo dato vita a un osservatorio, derivato dalle esigenze dei nostri associati, in particolare quelli legati al mondo dei trasporti, con l’obiettivo di mappare le criticità e l’impianto infrastrutturale che abbiamo in Emilia-Romagna. Ci è servito proprio per capire quali fossero le problematiche imminenti e future a cui andavano incontro le imprese dell’autotrasporto. Osservatorio che teniamo sempre aggiornato, confrontandoci anche con le istituzioni".
Cosa è emerso?
"In questo momento l’autotrasporto sta vivendo una fase di transizione, che prevede investimenti. Investire, però, ora è complicato, tra il parco mezzi, il costo del carburante e il prezzo del denaro. Ma nei trasporti viviamo altre criticità, come il calo di vocazione verso questo mestiere, perché ci sono sempre meno persone che vogliono avvicinarsi a ricoprire questa professione".
Professione che è fondamentale per il nostro tessuto economico e commerciale.
"Spesso viene considerata solo come parte della filiera, ma in realtà costituisce un tassello cruciale per ogni settore, e per questo dobbiamo rendere il mondo dei trasporti sempre più sicuro e sostenibile, rendendolo un settore trainante per la regione. Le merci girano in maggioranza sul trasporto gomma. Per seguire una transizione veloce, organizzata, bisogna anche qualificare, perché questi mezzi devono essere sicuri. È indispensabile dare a queste imprese dei supporti finanziari specifici da parte delle istituzioni, locali e nazionali. In questo contesto di incertezze geopolitiche, in più, non si possono escludere dalle considerazioni i costi del denaro e delle materie prime, che sono i mezzi. È necessario un intervento proficuo".
Quali sono le soluzioni?
"Stiamo ragionando su questo aspetto, innanzitutto con la volontà di aprire un confronto e un dialogo proficuo per dare risposte immediate alla filiera. Dobbiamo creare una pianificazione nel breve e un progetto a lungo termine. Come Cna, stiamo accompagnando le imprese in questo percorso di cambiamento, mettendo a disposizione le nostre competenze e consulenze per sopperire anche ai cambiamenti normativi, con l’obiettivo di essere propositivi e di stare al fianco delle realtà associate".
La regione sta affrontando una rivoluzione anche da un punto di vista infrastrutturale. Che disagi ci sono?
"La cantierizzazione è di buon auspicio, perché si rivolge al futuro e sono giusti investimenti. Nell’immediatezza, però, comporta disagi importanti. Le nostre aziende vanno dalle monoveicolari a quelle che comprendo flotte più grandi: tutte, quando si verificano condizioni di congestione cantieristica, soffrono di ritardi e di conseguenza le consegne diventano meno e automaticamente minore reddito. Anche su questo, bisognerebbe aprire un confronto per poter quantificare questo disagio in un importo economico a vantaggio delle imprese di trasporto. Che oggi stanno vivendo un grave danno, che va quantificato. Dobbiamo aiutare le imprese a superare questa fase, riuscendo anche a sostenere gli imprenditori nell’interpretazione delle nuove tecnologie".
In che modo?
"È necessario stare al fianco della filiera con strumenti di supporto, sia da un punto di vista formativo, sul quale ci stiamo adoperando visto che siamo da sempre un punto di riferimento per la formazione nell’autotrasporto, sia a livello economico. Servono strumenti finanziari per affrontare questo ’nuovo mondo’".