Specializzazioni nuove, per rispondere a un mercato del lavoro che cambia velocemente e per dominare un’intelligenza artificiale "che non si può più ignorare". Un piano strutturale - e un commissario straordinario ad hoc - per aumentare i posti-letto nei campus, in modo da non dovere rincorrere un’emergenza che si è fatta cronica, ponendo un freno al caro-affitti, che rischia di allontanare studenti. Così Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, inquadra le sfide del sistema accademico.
Ministro, come sono andate le immatricolazioni quest’anno? In Lombardia, dopo anni record, pare comincino a rallentare. È così anche a livello nazionale?
"I dati ci dicono altro. Nel 2023-2024 siamo arrivati a quasi 325.500 immatricolazioni, e sono dati ancora provvisori. Due anni prima, quando ci siamo insediati, gli immatricolati erano poco meno di 316.000. È una crescita, anche se non omogenea a livello locale per diverse ragioni. Ma diecimila iscritti in più sono comunque il segnale di un risveglio dell’interesse per gli studi universitari. E questo ci dà fiducia sul lavoro che stiamo facendo".
Quali azioni pensate di mettere in atto per attrarre ancora più matricole?
"Siamo oltre il pensiero. Come le dicevo, ci sono azioni già messe in campo da subito e su più fronti. A partire dalla tutela del diritto allo studio. Abbiamo stanziato fondi per quasi 300mila borse l’anno. Con un doppio vantaggio: rendiamo concreto un diritto costituzionale e recuperiamo iscrizioni tra i giovani. Ci siamo impegnati a realizzare entro il 2026 sessantamila nuovi posti letto per gli studenti grazie a risorse Pnrr. Stiamo incentivando la flessibilità dei corsi di laurea puntando alla contaminazione tra discipline scientifiche e umanistiche. Diamo vita a specializzazioni che non esistevano, rispondendo a ogni nuova necessità del mercato del lavoro".
Come rendere i nostri atenei più internazionali?
"Con un’offerta formativa varia e specializzata, aumentando i corsi in lingua inglese.
Ricordo che il Mur è il Ministero dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica e musicale, che non è solo un’eccellenza, è un unicum nel mondo. Studiare in Italia sta diventando un’opzione molto interessante per la competitività della nostra formazione in tutti i campi. Più l’università cresce, più diventa attrattiva".
Il caro-affitti sta cambiando la geografia universitaria e può incidere sulle immatricolazioni: qual è lo stato dell’arte sui posti letto e quali le prospettive dopo il Pnrr?
"Il piano di 60mila nuovi posti letto entro il 2026 è il più grande impegno mai preso da un Governo sul problema alloggi. Ho chiesto di nominare un commissario straordinario, perché per un impegno del genere servivano competenze che il Mur non ha. Riusciremo in questa impresa e sarà poi tutto più facile. Resteranno da affrontare solo le emergenze".
Intanto continuano a crescere le università telematiche. Da una parte gli atenei “tradizionali” chiedono più regole per una competizione alla pari. Dall’altra le telematiche intercettano un’utenza che fa fatica a iscriversi altrove. Cosa ne pensa?
"Le differenze nell’offerta formativa, anche di metodo, devono essere un’opportunità, non un conflitto tra gli atenei. Per la prima volta ho voluto riunire attorno a un tavolo i rappresentanti di queste due realtà, perché si ragionasse sulla qualità della formazione, necessità dalla quale non si può prescindere. È un confronto che è cominciato mettendo al centro lo studente, come sempre l’università deve fare".
Quest’anno è cambiato ancora il test di Medicina: primi feedback rispetto alla nuova metodologia di selezione?
"Decisamente positivi. Il nuovo sistema è basato su una banca dati aperta, che permette di esercitarsi. A luglio ci sarà la seconda prova e avremo un bilancio più preciso, sapendo che questa è stata una soluzione-ponte. Stiamo lavorando per garantire l’accesso a Medicina a tutti. Ci sarà un primo semestre-filtro, con esami finali che avranno comunque valore anche per altri percorsi universitari".
Intelligenza artificiale: c’è una cabina di regia e come potrebbe essere di supporto ai docenti?
"L’intelligenza artificiale è una realtà dalla quale non si può prescindere. Va governata, guidata. Le università stanno moltiplicando i corsi, nascono professionalità nuove.
Stiamo cogliendo le opportunità nella trasversalità della formazione. Un esempio per tutti: il corso di laurea in Filosofia e Intelligenza artificiale".
Le università sono oggi al centro del dibattito su tematiche internazionali. E sono tornate le occupazioni. Come gestire la situazione in un questo complesso scenario geopolitico?
"La libertà è prima di tutto rispetto delle opinioni altrui. L’università è luogo naturale di dibattito e di crescita dello spirito critico. Ma ci sono stati episodi inaccettabili. Non è possibile che per ossequio a una protesta violenta si debbano mortificare i diritti degli altri, compresi quelli degli studenti che vogliono studiare".
L’eco del MeToo quest’anno si sta facendo sentire anche in ambito accademico: cosa può fare il ministero per contrastare le molestie e prevenire?
"Non devono esserci tabù. È giusto che negli atenei si parli anche di questo. Ma noi stiamo andando oltre, ad esempio incrementando gli sportelli di supporto al benessere psicologico. L’università deve essere luogo di formazione nel senso più completo del termine, e il rispetto deve essere una regola seguita ancora più che altrove".