Anniversario tondo per il Cersaie giunto al 40esimo anno con la voglia di guardarsi indietro, fiero della strada percorsa, e motivato a tracciare le direttrici per il futuro. Il Salone della Ceramica e l’Arredobagno che comincia lunedì al quartiere fieristico di Bologna è la tappa annuale che consente non solo di mostrare gli ultimi ritrovati di un comparto ad alto grado di innovazione (grazie alla ricerca la ceramica entra di diritto nelle nuove destinazioni d’uso dell’edilizia, avviando nuove sfide sullo spazio e sulla qualità dell’esistenza), ma anche per confrontarsi su opportunità e nuvoloni che si addensano sul settore.
In primis, per dire, l’annuncio dell’Opec del taglio della erogazione di petrolio che in assenza di interventi correttivi potrebbe comportare l’ennesima stangata sui costi di produzione che già hanno fatto trascorrere notti insonni agli imprenditori di un comparto fortemente energivoro. Una piaga che investe anche il potere politico laddove deve essere chiaro ormai che la cosiddetta transizione ecologica diventa non più un vezzo, ma una vera e propria necessità per liberarsi dalla dipendenza dai Paesi produttori di combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) sempre meno affidabili.
Nel frattempo uno dei problemi strutturali sollevati periodicamente da vertici di Confindustria ceramica è l’assenza dei decreti attuativi per aumentare di 2 miliardi di metri cubi l’estrazione di gas nazionale, da destinare ai settori gasivori. A questo si aggiunga la frenata della locomotiva tedesca che potrebbe avere serie ripercussioni sull’Italia e anche sul settore ceramico che esporta in Germania una quota significativa. Mentre restano sullo sfondo, per modo di dire, le incertezze legate alla guerra in Ucraina, che tanto ha inciso sul reperimento delle argille.
Ancora una volta dunque il Cersaie sarà l’occasione per confrontarsi sulle occasioni di crescita legate alla sostenibilità, divenuto un fattore chiave di successo per molte aziende, oltre alla già citata innovazione tema conduttore del convegno inaugurale dal titolo ‘Cersaie 40: il Made in Italy alla sfida dell’innovazione continua’ in programma lunedì alle 11. Si guarda sempre di più all’utilizzo delle rinnovabili come fonti energetiche, ma in prospettiva la versa sfida è l’impiego dell’idrogeno, fonte pulita che svincolerebbe alla lunga il settore dalla catena degli Ets, gli emission trading, che tanto pesano sul portafoglio degli industriali.
"Lo strumento ETS, nato con il condivisibile obiettivo di decarbonizzazione – ha spiegato il presidente Savorani – si è dimostrato inefficace e controproducente in termini di miglioramento ambientale, determinando altresì un effetto recessivo sull’industria – le quotazioni attuali della CO2 oscillano sugli 85 euro per tonnellata, quando a giugno 2019 erano 25 euro".
Anche il piano ‘Fit for 55’, finalizzato alla riduzione strutturale delle emissioni, "determina effetti negativi sulla competitività del nostro settore poiché le nostre fabbriche hanno già realizzato tutti gli efficientamenti possibili e le soluzioni tecnologiche alternative oggi non appaiono percorribili". Arrivare all’idrogeno verde – cioè non generato dal gas naturale ma attraverso l’elettrolisi con l’utilizzo di energia verde rinnovabile – comporta tuttavia massicci investimenti. Ed è questo la montagna da scalare per le aziende, per ora poche, che già ci stanno provando e quello che vorranno farlo in futuro. Sfide centrali in questa fase considerando anche che il contrasto alle alterazioni del clima ha ripercussioni concrete sulla vita delle aziende ceramiche: si pensi all’alluvione in Romagna che ha paralizzato per una decina di giorni le attività produttive nelle zone colpite.
Intanto curiosando tra i padiglioni, tra le iniziative in programma, in occasione della 40ª edizione, lo spazio di Cersaie viene attraversato da un affascinante percorso espositivo che fa rivivere i 40 anni della propria evoluzione, focalizzandosi su design, tecnologia, prodotti e aziende che hanno fatto la storia. Lo racconteremo in queste pagine.