di Mattia Grandi
Il calendario 2023 degli appuntamenti di BolognaFiere è soltanto all’inizio, ma è già chiara la fisionomia di un’annata da incorniciare. "Un trimestre d’avvio davvero interessante con indici di assoluta positività – spiega Antonio Bruzzone, direttore generale del gruppo –. Il rientro alla grande di Marca, un’ottima Arte Fiera, la crescita di Slow Wine Fair e la conferma di una straordinaria 60esima edizione di Bologna Children’s Book Fair. Il nostro mese di marzo andrà in archivio tra Cosmoprof e Mecspe".
Con una certezza. "Abbiamo fatto un grande lavoro per garantire a community, buyer ed espositori un filone di continuità nonostante il preoccupante quadro europeo legato alle tensioni belliche nell’Est Europa – ragiona –. Un punto di forza della nostra operatività? La capacità di diversificare la proposta".
Con la volontà di cancellare lo stereotipo di un distretto fieristico distante dalla città. "Abbiamo intrapreso un percorso concreto per rendere sempre più integrati gli spazi della struttura con quelli cari alla comunità – analizza Bruzzone –. Nessun recinto, ma una funzionalità capace di creare ed alimentare frequentazione e visite". Già, come rimarcano quegli asset che abbracciano spettacolo e sport. "Dalla programmazione del teatro EuropAuditorium, con l’inaugurazione di una prestigiosa stagione lirica ‘Opera Nouveau’, alla Virtus Segafredo Arena di basket – sottolinea –. Un’esperienza davvero unica a livello nazionale. Siamo al lavoro per ampliare il numero delle iniziative dedicate al comparto dell’intrattenimento. Senza dimenticare i 32mila posti dell’arena estiva al Parco Nord, tra le new entry più interessanti nelle dotazioni di BolognaFiere".
"Siamo, quindi, in grado di ospitare eventi che spaziano dai mille ai 32mila spettatori – analizza il direttore generale –. La fotografia migliore di un caso inedito anche su scala internazionale in termini di completezza dell’offerta. Senza dimenticare quel Palazzo dei Congressi che strizza l’occhio al meeting industry".
Più forti di qualsiasi evoluzione. "Siamo diventati anche incubatori di esperienze per organizzatori fieristici privati – prosegue Bruzzone –. Lavoriamo in tutte le direzioni per implementare la nostra finestra sulle fiere minori. Un supporto utile per focalizzare la possibile ascesa di nuovi settori. A livello acquisitivo, poi, ci aspetta un autunno importante che guarda con attenzione al panorama internazionale".
E il fatturato del gruppo punta dritto ai 200 milioni di euro. "Nulla è lasciato al caso come testimonia la sostanza di un settore allestimenti che vale un giro di affari da 100 milioni – conclude Bruzzone –. Ci rivolgiamo per il 60% al mondo fieristico, un 30% al retail contract e 10% all’estero. Il tutto con una vocazione green che sorride all’ecologia e all’ambiente".