Cos'è davvero lo yoga e come capire di quale stile abbiamo bisogno? Tutte le risposte qui

di MADDALENA DE FRANCHIS
14 dicembre 2024
Tanti stili di yoga: ma cosa significa davvero?

Tanti stili,ma cosa significa davvero lo yoga?

Yoga: non c’è parola della lingua sanscrita che possa avere tante interpretazioni quanto questa”, ebbe a dire Charles Wilkins, che per primo, nel 1785, tradusse dal sanscrito in inglese la Bhagavadgita, ovvero i dialoghi tra Kreeshna e Arjuna, uno dei testi sacri dell’induismo, nonché una delle opere di origine orientale più studiate e conosciute in Occidente.

Wilkins scelse di tradurre ‘yoga’ con ‘devozione’ e, di conseguenza, ‘yogin’ con ‘devoto’, tentando così di legare la pratica a un rituale religioso, spirituale e contemplativo. Eppure, egli stesso non pareva soddisfatto da questa interpretazione, tanto che, in una lunga nota a pie’ di pagina, scrisse che la parola ‘yoga’ faceva riferimento anche alla ‘conquista di un punto di vista distante e indifferente, ovvero alla ricerca di un asilo nella saggezza, una premessa alla liberazione dalle catene che ci sono state imposte fin dalla nascita’.

Che cos’è lo yoga?

Nella molteplicità pressoché infinita di formulazioni e traduzioni che si sono susseguite in oltre duemila anni di storia, forse è più opportuno ritornare all’unico significato che questo termine ha continuato a comunicare a tutti, malgrado parlassero centinaia di lingue diverse. Lo yoga non è ‘qualcosa che si fa’, ma ‘qualcosa che si è’: una condizione dell’essere più consapevole, più leggera, cui chiunque può accedere, indipendentemente dall’età o dalla propria forma fisica.

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Gli stili

Trasposto ai giorni nostri, questo patrimonio millenario di conoscenze – supportato da un’antologia che in pochi conoscono e padroneggiano – ha dato vita a un proliferare di proposte a stili, in cui antiche varianti convivono con etichette più recenti, spesso mixate con altre discipline sportive o adattate a esigenze come la perdita di peso e la scarsa disponibilità di tempo per allenarsi. Vediamo quali sono gli stili più diffusi, partendo da una prima distinzione fra ‘yoga statico’ – più orientato alla meditazione e alla gestione consapevole delle emozioni – e ‘yoga dinamico’, più impegnativo dal punto di vista fisico.

Iyengar Yoga, Raja Yoga e Yin Yoga

Le 3 varianti più note di yoga statico: Iyengar Yoga, Raja Yoga, Yin Yoga. Metodo di yoga tra i più praticati al mondo, Iyengar Yoga prende il nome dal suo ideatore, B.k.s. Iyengar, il primo maestro che ha diffuso in Occidente questa disciplina. È una variante più simile alla ginnastica posturale, la cui prerogativa sta nel prevedere pochi asana mantenuti a lungo, in posizione statica, avvalendosi anche dell’uso di attrezzi atti a facilitare la riuscita delle posizioni e a renderle più stabili e comode: cinghie, mattoncini, coperte, sedie, corde al muro. cuscini.

Assieme all’Hatha yoga, Raja Yoga è una forma molto praticata in Occidente. Il nome significa “yoga regale”. Parte da una base di Hatha yoga, ma associa esercizi meditativi per canalizzare adeguatamente le energie. Questa pratica si pone come obiettivo il raggiungimento del ‘samadhi’, ossia la conoscenza cosmica attraverso la meditazione: è uno stile adatto a chi desidera meditare e approfondire la pratica spirituale.

Yin Yoga è una disciplina lenta, che si allinea al ritmo del corpo. Prevede profondi respiri e si concentra sul momento presente, avendo come focus l’auto-ascolto e l’osservazione di sé in base ai principi ‘Yin e Yang’. Si è dimostrata utile ad alleviare lo stress, perché si focalizza particolarmente sulla respirazione come pratica d’elezione per raggiungere la calma interiore. Le 3 varianti più note di yoga dinamico: Hatha Yoga, Ashtanga Yoga, Power Yoga È la disciplina più “tradizionale e ortodossa”, ovvero quella ritenuta più alla tradizione indiana. Consiste nel praticare pranayama, cioè esercizi di respirazione, seguiti da asana che devono essere mantenuti ottimizzando la respirazione. È una variante di yoga che si è dimostrata efficace nell’insegnare a controllare il respiro e aumentare vitalità e concentrazione.

Ashtanga yoga

Deriva dall’Hatha yoga, di cui può dirsi la variante dinamica: non a caso, è spesso definito “meditazione in movimento”. È una pratica consigliata a chi cerca uno yoga particolarmente sfidante per il corpo, con l’obiettivo di sviluppare forza e resistenza.

Power yoga

Introdotto verso la metà degli anni Novanta, questo stile di yoga è ormai del tutto ‘occidentale’: nato negli Usa per rispondere a necessità ed esigenze tipiche di una vita frenetica, viene spesso proposto come soluzione per imparare a gestire lo stress o controllare l’aumento di peso. Si ispira all’Ashtanga yoga, ma è stato privato di qualsiasi aspetto spirituale, tant’è che viene praticato con sottofondo musicale di ogni genere, dalla musica classica al pop.