La meditazione fa bene alla mente: lo conferma la scienza

Riduce l’ansia e lo stress, regola le emozioni e migliora la salute mentale. Ecco cosa hanno dimostrato i ricercatori Usa studiando pazienti epilettici resistenti ai farmaci

di MARINA SANTIN
8 febbraio 2025
Meditazione e benessere mentale

Meditazione e benessere mentale

Allena la mente, permette una concentrazione più profonda, riduce i livelli di ansia e stress, reindirizza i pensieri creando una visione positiva, sviluppa una maggiore auto-consapevolezza.

Degli effetti benefici - scientificamente provati - della meditazione si parla spesso. Meno del fatto che, questa disciplina dalle origini antichissime, riserva sempre nuovi vantaggi talvolta inaspettati. Ecco come migliora la salute mentale

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Cosa si è scoperto  

Un recente studio ha evidenziato che induce dei cambiamenti nell'attività dell'amigdala e dell’ippocampo, le regioni profonde del cervello associate alla memoria e alla regolazione delle emozioni.

La ricerca, condotta dagli scienziati della Icahn School of Medicine, a Mount Sinai, e pubblicata su Prooceding of the National Academy of Sciences of the United States (PNAS) – organo ufficiale della United States National Academy of Sciences e una delle rivista scientifiche più note a livello internazionale – contribuisce a spiegare l'impatto positivo di questa pratica sul benessere fisico e mentale e suggerisce l’efficacia dell’adozione di questo tipo di approccio per affrontare disturbi legati alla memoria e alla gestione emotiva.

Gli studi precedenti  

Studi precedenti hanno dimostrato che la meditazione può migliorare la salute mentale ed essere d’aiuto nelle malattie psichiatriche come l'ansia e la depressione e che esiste un legame tra pratica meditativa e attività cerebrale, sebbene non si conoscano ancora i meccanismi di questa correlazione.

"Tradizionalmente però - spiega Christina Maher, dottoranda in neuroscienze alla Graduate School of Biomedical Sciences della School of Medicine di Icahn e prima autrice della ricerca - è stato sempre difficile studiare queste regioni cerebrali del sistema limbico negli esseri umani usando metodi standard come l’elettroencefalogramma del cuoio capelluto”.  

Elettroencefalogramma intracranico  

“Il nostro team di ricercatori – sottolinea la dottoressa Christina Maher - è stato in grado di superare questa sfida sfruttando i dati raccolti da pazienti epilettici con dispositivi impiantati chirurgicamente in profondità nell'amigdala e nell’ippocampo che permettono la registrazione con elettroencefalogramma (EEG) intracranico dei cambiamenti nell'attività delle onde cerebrali in queste regioni chiave. Scoprire per la prima volta delle variazioni durante la meditazione è stato sorprendente”.  

Cos’è la ‘Loving-Kindness Meditation’

Lo studio ha coinvolto otto pazienti con epilessia farmaco-resistente impiantati con un sistema reattivo di neurostimolazione, nessuno dei quali meditava. Tutti hanno seguito una lezione base di meditazione audio-guidata di cinque minuti seguita da dieci minuti audio-guidati di Loving-Kindness Meditation, una pratica meditativa basata sul pensiero positivo e sulla compassione che permette di focalizzare l'attenzione sul benessere per se stessi e gli altri. In una scala da 1 a 10, la profondità della meditazione indotta dalla Loving-Kindness Meditation è stata valutata dai partecipanti pari a 7,43.  

Onde gamma e beta modificate  

Ignacio Saez, PhD, professore associato di Neuroscienze, Neurochirurgia e Neurologia alla School of Medicine di Icahn e autore senior dello studio, spiega che “Abbiamo scoperto che questa meditazione è associata a cambiamenti nella forza e nella durata di alcuni tipi di onde cerebrali chiamate onde beta e gamma”. Un elemento importante perché "queste onde cerebrali sono influenzate da disturbi dell'umore come la depressione e l'ansia e la possibilità di essere in grado di controllarle volontariamente attraverso la meditazione è abbastanza sorprendente e può aiutare a spiegare l'impatto positivo che queste pratiche hanno sulle persone”.  

Un’esperienza reale  

Oltre ad essersi avvalso di tecniche avanzate di registrazione neuronale invasiva, che forniscono una visione molto più dettagliata e precisa del cervello rispetto alle tecniche tradizionali come l'EEG del cuoio capelluto, lo studio si è svolto nel Quantitative Biometrics Laboratory di Mount Sinai West. Questo laboratorio è stato progettato per offrire ai pazienti che devono sottoporsi a un trattamento terapeutico un ambiente rilassante, privo delle distrazioni tipiche di un ambulatorio ospedaliero o di un laboratorio tradizionale. Ha permesso quindi ai partecipanti di meditare in una location tranquilla che replicava fedelmente le esperienze che si vivono nel mondo reale, rendendo ancora più validi i risultati dello studio.  

Le basi per un nuovo approccio  

Nonostante le piccole dimensioni del campione esaminato e l’avere analizzato solo gli effetti di un tipo di meditazione senza valutare l'impatto della pratica ripetuta o il follow-up nel tempo per vedere se i benefici perduravano, "Questo studio - dichiara il dottor Saez - fornisce una base per ricerche future che potrebbero permettere di sviluppare interventi basati sulla meditazione capaci di modulare l'attività cerebrale nelle aree coinvolte nella memoria e nella regolazione emotiva”.  

I vantaggi della meditazione  

La meditazione – prosegue il dottor Saez - è ampiamente accessibile, non invasiva e non richiede attrezzature specializzate o risorse mediche, questo la rende uno strumento facile da usare per migliorare il benessere mentale. Tuttavia, è fondamentale specificare che non sostituisce le terapie tradizionali ma potrebbe essere un'opzione complementare a basso costo per le persone che sperimentano problemi di memoria o di gestione delle emozioni”.