Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO MALPELO
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Vaccino Coronavirus, i test sui volontari funzionano

Esiti positivi sui primi 320 soggetti immunizzati contro il Coronavirus. La sfida dell’azienda italiana che lavora con Oxford: milioni di dosi da somministrare prima di Natale

Coronavirus, un laboratorio (Ansa)

Roma, 1 maggio 2020 - Milioni di dosi di vaccino anti-Covid da somministrare prima di Natale. Questa la scommessa. Le prove di efficacia e sicurezza effettuate sui primi 320 volontari di età compresa tra i 18 e i 55 anni reclutati nel Regno Unito hanno dato esiti incoraggianti. E così Oxford University e Jenner Institute hanno siglato l'accordo con il gigante AstraZeneca. La casa farmaceutica intende produrre su larga scala questa arma per debellare il Coronavirus, nome in codice ChAdOx1 nCoV-19. “Vogliamo essere pronti con 100 milioni di dosi entro fine anno per poi ampliare”, ha annunciato Pascal Soriot, amministratore delegato di AstraZeneca. L'azienda italiana Advent IRBM di Pomezia è coinvolta nell'operazione. I primi test sono iniziati il 23 aprile scorso, a imprimere la svolta sono i riscontri sui 320 volontari sani. Gli effetti dell'immunizzazione sono stati definiti “affidabili e ben tollerati”.

La misurazione della progressiva concentrazione di immunoglobuline nel sangue, che prosegue in maggio, darà l'imprimatur definitivo. In giugno la sperimentazione del vaccino sarà estesa su un campione di cinquemila soggetti. "Entro dicembre - ha dichiarato il presidente IRBM, Piero Di Lorenzo - sarà pronto un vaccino anti-Covid da somministrare alle categorie più fragili. Per avere miliardi di dosi, e assicurare copertura alla popolazione saranno necessari tempi lunghi, ma l'ingresso della multinazionale farmaceutica accelera la capacità produttiva”.

Questo vaccino contiene un tratto di Dna sintetico e utilizza come vettore un adenovirus di tipo influenzale, modificato e reso innocuo allo scopo di spingere l’organismo a colpire un gene Spike, l’arpione che il SarsCov2 utilizza per agganciare le cellule umane. La soluzione prospettata a Oxford, nel gruppo dove lavora anche l'immunologo Giacomo Gorini, 31 anni di Rimini, deve vedersela con una concorrenza agguerrita. Sono infatti un centinaio nel mondo i laboratori impegnati nella competizione, una trentina i progetti sul tavolo dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali diretta da Guido Rasi.

Gli Usa potrebbero arrivare al traguardo entro gennaio, percorrendo un'altra strada, secondo quanto sostiene il virologo Anthony Fauci. Nel prossimo autunno si prevede nondimeno una corsa a vaccinarsi contro l'influenza e la polmonite da pneumococco. Le regioni si stanno attrezzando, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato l'allerta per il rischio di una seconda e terza ondata dell'epidemia.