Lunedì 23 Dicembre 2024

Vaccino Coronavirus, Oxford farà test anche su bambini e anziani

Nuova fase per gli studi condotti dall'università britannica in collaborazione con l'azienda italiana Irbm di Pomezia

Un ricercatore impegnato a condurre test sul Covid-19 (Ansa)

Roma, 22 maggio 2020 - Anche bambini e anziani saranno arruolati nei test per il vaccino contro il Coronavirus, che sta sviluppando l'università di Oxford in collaborazione con l'azienda italiana Irbm di Pomezia. L'Istituto Jenner dell'ateneo britannico ricorda che la fase I dei trial su volontari adulti sani è iniziata ad aprile. Più di 1.000 vaccinazioni sono state completate e il follow-up è attualmente in corso. 

Ora verranno coinvolte altre 10.200 persone nelle fasce d'età comprese tra i 56 e 69 anni, over 70 e bambini tra i 5 e 12 anni. Grazie a questi altri gruppi, i ricercatori valuteranno la risposta immunitaria al vaccino in persone di età diverse, per scoprire se ci sono variazioni nel modo in cui il sistema immunitario anche in anziani o nei bambini. La fase III dello studio prevede infine la valutazione del funzionamento del vaccino in un gran numero di persone di età superiore ai 18 anni. In questa fase si valuterà l'efficacia del vaccino per prevenire l'infezione e la malattia. 

 I partecipanti adulti in entrambi i gruppi di fase II e fase III saranno randomizzati a ricevere una o due dosi del candidato vaccino o di un vaccino autorizzato contro la meningite (MenACWY) che verrà utilizzato come 'controllo' per il confronto. Secondo Andrew Pollard, capo del gruppo vaccinale di Oxford, "gli studi clinici stanno procedendo molto bene e ora stiamo iniziando gli approfondimenti per valutare in che modo il vaccino induce risposte immunitarie negli adulti più anziani e per verificare se può fornire protezione in una popolazione più ampia. Siamo molto grati per l'enorme supporto dei volontari della sperimentazione".  

Queste sperimentazioni serviranno a vedere gli effetti sul sistema immunitario del vaccino, che nelle scimmie sembra aver dato buoni risultati, dando protezione contro il Covid-19. Gli animali avevano infatti meno particelle del virus nei polmoni e nelle vie respiratorie, ma non è certo che gli stessi risultati si possano ottenere anche nell'essere umano.