Giovedì 21 Novembre 2024
ANTONIO ALFANO
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Protesi, bisturi e biotecnologie. Tornare a sentire si può

La chirurgia per recuperare almeno in parte l'udito oggi è avanzata. Ma la valutazione clinica è una tappa fondamentale

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Milano, 23 febbraio 2020 - L’evoluzione tecnologica, tecnica e diagnostica degli ultimi anni, ha offerto e ancora offre un forte sostegno al trattamento delle malattie dell’udito, soprattutto quelle più gravi. In molti casi di ipoacusia è necessario l’utilizzo di protesi acustiche o nel caso di una perdita uditiva grave o profonda, l’inserimento di un impianto cocleare.

«Lo sviluppo della chirurgia, anche attraverso strumenti informatici, elettronici e di biotecnologia, ha dato un impulso alla chirurgia dell’orecchio che, negli ultimi anni ha fatto passi da gigante – affermano gli specialisti della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale – Ad esempio, attualmente è possibile sostituire anche la chiocciola, organo nervoso della percezione uditiva, con un impianto cocleare».

Importante anche il ruolo della moderna diagnostica per immagini e della strumentazione chirurgica quali il microscopio operatorio, ferri chirurgici, vari tipi di laser, e di tutti i nuovi ausili di cui dispone la medicina. Gli specialisti concordano che la clinica gioca sempre un ruolo fondamentale. Il successo o l’ insuccesso di molti interventi è condizionato da un’attenta valutazione dei pazienti per arrivare a precise indicazioni di cura.