Zanzare in casa a fine anno, effetti della tropicalizzazione

L'avvertimento degli specialisti della Società italiana di medicina ambientale

di Redazione Salus
17 novembre 2023
Fumigation to exterminate mosquitoes transmitting the West Nile virus

La stagione delle zanzare sembrava ormai archiviata con l’arrivo dell’autunno ma l’altalena del clima, le piogge torrenziali e le ondate di caldo anomalo che hanno attraversato l’Italia nel mese di ottobre hanno favorito la proliferazione degli insetti. Dunque, c’è da aspettarselo, forse avremo zanzare in casa anche a Natale, con l’aggravante che quest’anno abbiamo registrato casi di malattie tropicali. Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) le temperature registrate, di tre gradi centigradi sopra la media storica del mese, hanno alterato i cicli di vita delle zanzare, prolungando la loro presenza e rendendo possibile anche la loro riproduzione fino a fine anno in prossimità delle civili abitazioni.

 

Si tratta di un fenomeno singolare dal punto di vista sanitario, come sottolinea il presidente, Alessandro Miani. Le zanzare, infatti, sono responsabili della trasmissione di malattie infettive gravi, tra cui i virus dengue, chikungunya e febbre gialla. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia sono già stati registrati 306 casi di dengue, 7 casi di Zika Virus, 7 casi di chikungunya e 44 casi di infezione neuro-invasiva dall’inizio dell’anno.

 

Esistono specie resistenti al freddo, come la zanzara giapponese e la coreana, presenti soprattutto in Italia settentrionale, ma la persistenza dei focolai autunnali è segnalata anche per quanto riguarda la diffusissima zanzara comune, che si muove nella penombra e di notte, e della temibile zanzara tigre, che attacca di giorno. In Italia sono presenti circa 60 specie diverse.

 

Da segnalare, tra le conseguenze della tropicalizzazione del clima,  i 237 casi di infezione da virus West Nile registrati in Italia, numero complessivo da inizio anno. Tra questi sono stati notificati 13 decessi, di cui 5 in Piemonte, 6 in Lombardia e 2 in Emilia-Romagna, secondo quanto riportato nel bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato a settembre. Dei 237 casi identificati, 138 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (24 Piemonte, 41 Lombardia, 17 Veneto, 1 Liguria, 47 Emilia Romagna, 3 Puglia, 1 Sicilia, 3 Sardegna), 58 casi sono stati identificati con le analisi del sangue.

 

L’alterazione del ciclo riproduttivo delle zanzare è dovuta alle temperature superiori alla media stagionale che consentono alle uova di sopravvivere e agli insetti adulti di rimanere in vita, riprodursi e moltiplicarsi più facilmente. Questa situazione, se non si verificherà un calo repentino e sensibile delle temperature, potrebbe persistere, si diceva, fino a Natale, causando fastidi e disagi ai cittadini e aumentando i pericoli per la nostra salute.

 

Le autorità sanitarie invitano la popolazione a prendere tutte le precauzioni necessarie per proteggersi dalle punture di zanzara, come l’adozione di repellenti, l’installazione di zanzariere, e l’eliminazione dei punti di raccolta dell’acqua stagnante, dove le larve di zanzara si sviluppano. Inoltre, è fondamentale seguire le indicazioni degli igienisti per prevenire la diffusione delle epidemie. A titolo precauzionale, risulta opportuno affidarsi alle ditte specializzate per far trattare le aree infestate, individuando i potenziali focolai larvali al fine di eliminarli.

 

La sopravvivenza delle zanzare in autunno a causa delle temperature altalenanti e spesso sopra la media rappresenta dunque un problema di salute pubblica. È necessario adottare contromisure secondo le indicazioni della Società Italiana di Medicina Ambientale per limitare il rischio di trasmissione delle malattie attraverso le punture d’insetto.