Tumori in Italia 2024: cala la mortalità per i giovani adulti. Qual è la probabilità di guarigione

Le stime di Aiom: la metà dei pazienti che si ammala oggi è destinata a guarire. Il caso del carcinoma polmonare: in 15 anni sopravvivenza è aumentata del 46% nelle donne e del 35% negli uomini. Il ruolo degli stili di vita e della diagnosi precoce

di Redazione Salus
19 dicembre 2024
In 15 anni è calata la mortalità per tumore nei giovani adulti. Particolarmente significativa la flessione per il carcinoma polmonare

In 15 anni è calata la mortalità per tumore nei giovani adulti. Particolarmente significativa la flessione per il carcinoma polmonare

Roma, 19 dicembre 2024 – Sono 390.100 in Italia i nuovi casi di tumore diagnosticati nel 2024. 

Il 14esimo censimento 'I numeri del cancro in Italia' dell'Associazione italiana oncologia medica Aiom, è stato presentato oggi a Roma (Palazzo Baldassini): 214.500 le diagnosi negli uomini e 175.600 quelli nelle donne. Nel 2023 erano 395.900 e 391.700 nel 2022. Il tumore più frequentemente diagnosticato quest'anno è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dai tumori a colon-retto (48.706), ai polmoni (44.831), alla prostata (40.192) e alla vescica (31.016). 

La buona notizia è che in base alle stime attuali la metà dei cittadini che oggi si ammala “è destinata a guarire” perché, in base alle stime di sopravvivenza a lungo termine, avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro. Altro dato positivo: la mortalità tra i 20-49enni in 15 anni (2006-2021) è scesa del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. Significativa la riduzione dei decessi per carcinoma polmonare: -46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. 

Le probabilità di guarigione

I dati dei registri tumori indicano un costante aumento della sopravvivenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l'1,5% l'anno nell'ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). "Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499) di cittadini, il 6,2% dell'intera popolazione – spiega Diego Serraino, direttore Soc Epidemiologia oncologica e Registro tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di riferimento oncologico Irccs Aviano – E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire. Per quanto riguarda i tumori ginecologici, la probabilità di guarigione per le donne colpite (nello scorso decennio) da tumore del corpo dell'utero è stata del 69%, per il collo dell'utero del 58%, per l'ovaio del 32%. È evidente il ruolo della diagnosi precoce nell'aumentare le probabilità di superare definitivamente la malattia. Nel carcinoma della mammella è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all'81% nello stadio II, per scendere al 36% nel III e IV. Considerando tutti gli stadi, chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha una probabilità di guarire del 56%, dal 92% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce al 71% in stadio II”. 

Gli stili di vita a rischio 

La fotografia scattata alla popolazione che rientra tra i 18-69 anni residente in Italia non lascia dubbi: serve più attenzione agli stili di vita anche tra la popolazione adulta e tra gli over 65. Fumo, alcol, sovrappeso, sedentarietà e obesità sono i principali fattori di rischio comportamentali. In Italia il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso: il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. Si registra inoltre un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023.

L’alcol sicuramente cancerogeno

Analizzando nello specifico la causa ‘alcol’, questa viene classificata come sostanza tossica e cancerogena, tanto che la Iarc (International Agency for Research on Cancer) lo inserisce nel gruppo 1 "sicuramente cancerogeno per l'uomo". Il suo consumo prolungato e cronico è associato all’aumentato rischio di cancro e, nella genesi dei tumori, è correlato con il tumore del fegato, ma anche con i tumori della mammella nella donna, e di varie zone della cavità orale. 

Prevenzione e Screening 

“La prevenzione, in particolare, è un pilastro fondamentale della nostra strategia – ricorda il ministro della Salute Orazio Schillaci, – promuovere stili di vita sani e incrementare l'adesione ai programmi di screening organizzati sono obiettivi strategici per ridurre il rischio di sviluppare molte tipologie di tumore, consentire una diagnosi precoce e intercettare tempestivamente la malattia. In questo contesto, il ruolo della ricerca è cruciale. Solo attraverso l'innovazione scientifica potremo sviluppare nuove terapie sempre più efficaci e personalizzate. Accanto a questi sviluppi, permettetemi di ricordare un altro traguardo: il recente riconoscimento del diritto all'oblio oncologico”.

“Individuare un tumore o i suoi precursori in fase iniziale – informa la direttrice dell'Osservatorio Nazionale Screening, organismo coordinato dall'Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete  Oncologica della Regione Toscana, Paola Mantellini – permette di intervenire tempestivamente, con trattamenti più efficaci, meno invasivi e con minori rischi di complicanze, garantendo maggiore sopravvivenza e qualità della vita. I dati mostrano i progressivi miglioramenti dei programmi di screening, sia in termini di capacità di invito che di copertura. Nel 2023, quasi 16 milioni di persone, cioè oltre il 90% della popolazione italiana in età target per lo screening mammografico, colorettale e cervicale è stata regolarmente invitata. Vanno però ridotte le differenze nell'adesione, che restano ancora significative a livello territoriale”. 

Le sfida: diagnosi precoce per tutti  

Da un lato è quindi possibile registrare progressi significativi, tassi di guarigione in costante aumento, una diminuzione della mortalità e un numero crescente di persone che convivono con la malattia. Dall'altro però, le diseguaglianze sociali nell'accesso alla diagnosi precoce e la persistenza di comportamenti a rischio rappresentano sfide urgenti che richiedono un'azione decisa e coordinata. “Il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 è una risposta concreta a queste sfide, dall'integrazione dei percorsi assistenziali al potenziamento della prevenzione fino allo sviluppo della ricerca” ha dichiarato Schillaci.