È una banale botta in testa? “Ecco quando vale la pena di rivolgersi al pronto soccorso”

Come capire se una semplice contusione può rivelarsi un trauma cranico. Rischi e sintomi spiegati dal medico d’urgenza

di DANIELE COEN*
24 novembre 2024
Daniele Coen* Probabilmente a tutti noi è capitato nel corso della nostra vita di colpire violentemente il capo. Molte volte si tratta...

Daniele Coen* Probabilmente a tutti noi è capitato nel corso della nostra vita di colpire violentemente il capo. Molte volte si tratta...

Probabilmente a tutti noi è capitato nel corso della nostra vita di colpire violentemente il capo. Molte volte si tratta di una contusione intuitivamente banale, come quando si picchia contro l’anta di uno stipetto sollevandosi di scatto. Altre volte, la severità del caso è altrettanto evidente, come per i traumi da incidente stradale o da cadute dall’alto. Esiste però un’ampia gamma di situazioni che stanno nel mezzo, un’area grigia che ci può lasciare nel dubbio.

Sarà il caso di correre in Pronto Soccorso? Non pretendo qui di fornire una risposta certa per tutti i casi, ma credo che qualche indicazione di massima possa tornare utile chi si trova nell’imbarazzo di una scelta.

Come spesso accade in medicina, tre sono gli aspetti da considerare nell’affrontare un problema di salute: gli eventi, i sintomi, le caratteristiche del soggetto.

Il rischio maggiore per chi subisce un trauma cranico è quello che si sviluppi un ematoma cerebrale, o un altro tipo di emorragia intracranica. Questa possibilità è massima quando la modalità del trauma è quella di una forte e improvvisa decelerazione, come può capitare appunto nel caso di un incidente stradale o di una caduta improvvisa con contusione diretta del capo al suolo (o con un pugno da KO se siete un pugile!). In questi casi il cervello può muoversi bruscamente all’interno della scatola cranica lacerando così delle piccole vene e innescando un’emorragia più o meno importante.

Se dagli eventi passiamo ai sintomi, possiamo dire che un trauma importante provoca quasi sempre una commozione cerebrale, cioè una perdita di coscienza che può durare da qualche decina di secondi a decine di minuti. Se chi ha battuto la testa non ricorda l’evento, questo deve essere considerato alla stessa stregua di una perdita di coscienza. Una valutazione medica è obbligatoria in questi casi.

Il rischio di una emorragia cerebrale in assenza di una perdita di coscienza post traumatica è invece estremamente basso. In questo caso vi sono altri sintomi da considerare come possibili segnali di pericolo: un mal di testa sempre più forte, uno o più episodi di vomito a distanza dal momento del trauma, una situazione di sonnolenza o di confusione.

Infine, contano le caratteristiche del soggetto. Persone molto anziane o fragili corrono rischi maggiori e tra queste è particolarmente a rischio chi assume regolarmente una terapia con farmaci anticoagulanti.

Per riassumere, se il trauma non è stato particolarmente violento, non vi è stata perdita di coscienza né alcuno degli altri sintomi che ho citato e non siete una persona anziana, molto fragile o in terapia con anticoagulanti, potete dormire sonni tranquilli.

Un po’ di attenzione è comunque dovuta per le prime 24-48 ore. La comparsa di sintomi in questo arco temporale merita una valutazione in Pronto Soccorso. E in caso di una cefalea che dovesse insorgere anche una o due settimane dopo, ricordatevi di raccontare al medico della vostra botta in testa.

* medico d’urgenza, già direttore del Pronto soccorso dell’Ospedale Niguarda di Milano