Visite in Lombardia, il caso: differenza di otto mesi fra ricerca online e prenotazione di persona

La segnalazione del consigliere regionale cremasco Matteo Piloni: “Ho provato a fissare un esame sul sito della Regione e mi hanno proposto una data a ottobre, recandomi al Cup cittadino mi è stata trovato posto a febbraio”

di Redazione Salus
22 gennaio 2025

Crema, 22 gennaio 2025 – Otto mesi di differenza a seconda del metodo scelto per prenotare la visita. Possibile?

A quanto pare sì, a seguire la segnalazione-denuncia resa nota dal consigliere regionale cremasco Matteo Piloni, che ha testato sulla sua pelle le difficoltà a trovare un posto per un esame specialistico, se si cerca di utilizzare il sito della Regione Lombardia.

Il consigliere dem Matteo Piloni
Il consigliere dem Matteo Piloni

Il “salto”

"Sul sito di Regione Lombardia la prima data disponibile che il sistema mi dava era il 31 ottobre, cioè tra 9 mesi, e a Casalmaggiore, cioè a 80 chilometri da casa – afferma Piloni – Mi sono recato personalmente al Cup dell'ospedale di Crema, la mia città, e la prima disponibilità era il 17 febbraio, tra meno di un mese, proprio lì".

La vicenda, per Piloni, è l’occasione di tornare a sollecitare il Cup unico regionale, confermato a dicembre scorso dall'assessore al Welfare Guido Bertolaso in risposta a un'interrogazione proprio del dem cremasco.

Nell’occasione, riguardo a presunti disservizi in capo alla centrale Aria, l'assessore affermava di "non aver ricevuto specifiche segnalazioni".

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Mancata comunicazione

"Questa volta è toccato a me, ho provato i disservizi del sistema sanitario regionale sulla mia pelle", dice Piloni. "E ho avuto una conferma di ciò che denuncio da tempo: le agende del sistema informatico regionale, il Fascicolo sanitario elettronico e il Contact center, non corrispondono alle reali disponibilità delle strutture. Chissà a quanti cittadini è capitato di verificarlo".

Non si tratta solo di spazi in agenda che improvvisamente si liberano: "la distanza di oltre 8 mesi tra la disponibilità del Cup e quella della piattaforma regionale è troppa e dimostra che sono comunque liberi altri slot. Inoltre, attraverso il contact center non risultano disponibilità in una struttura vicina al paziente, ma recandovisi di persona si trovano".

Il risultato, chiosa l’esponente del consiglio regionale, “è però sotto gli occhi di tutti: le liste di attesa si allungano e i cittadini sono costretti a mettere mano al portafoglio, senza sapere per altro che se si facesse alla vecchia maniera, cioè di persona, avrebbero qualche chance in più. Per questo non molleremo e su questa situazione continueremo a insistere finché non andrà tutto correttamente a regime”