Schizofrenia, scoperte nel sangue le ‘spie’ della psicosi
“Biomarcatori utili per tracciare gli stadi precoci della malattia”. Si tratta di due aminoacidi identificati da uno studio italiano. I risultati dovranno essere ulteriormente confermati, ma la speranza è alta: ecco perché
Schizofrenia, scoperte nel sangue due spie che poterebbero aiutare nella diagnosi precoce della di questa malattia. Si tratta di due amminoacidi, ovvero i ‘mattoncini’ che costituiscono le proteine, le cui concentrazioni cambiano nelle persone a rischio e che non hanno ancora sviluppato la patologia.
È l’ultima scoperta fatta da un team di ricercatori italiani, i risultato dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Schizophrenia. "I nostri risultati - spiega Antonio Rampino dell’Università di Bari - gettano le basi per un potenziale utilizzo di tali marcatori periferici nella diagnosi precoce".
La scoperta
I dati dovranno essere confermati da ulteriori ricerche, ma potrebbero rappresentare un primo passo verso l'intervento precoce nella schizofrenia, che rappresenta uno dei disturbi psichiatrici con maggiori ricadute in termini di qualità della vita per chi ne è affetto e di costi per la salute pubblica.
I ricercatori hanno esaminato 251 persone, suddivise in 4 gruppi in base al diverso stadio della malattia. I dati hanno evidenziato differenze importanti nei livelli di amminoacidi presenti nel sangue dei diversi gruppi, in particolare per due amminoacidi atipici chiamati D-aspartato e D-serina.
Cosa dicono i biomarcatori
"Questi amminoacidi potrebbero rappresentare biomarcatori utili per tracciare gli stadi precoci di psicosi, prima che i sintomi della schizofrenia diventino clinicamente manifesti", dice il coordinatore della ricerca Alessandro Usiello (Ceinge).
Lo studio è stato guidato da Alessandro Usiello di Ceinge Biotecnologie Avanzate e da Antonio Rampino dell’Università di Bari, con la collaborazione del Policlinico di Bari, dell’Università Federico II di Napoli, l’Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Università Luigi Vanvitelli della Campania.