Perché la carne rossa e gli insaccati aumentano il rischio di demenza

Una ricerca di Harvard spiega i motivi che fanno impennare del 14% il pericolo di declino cognitivo. La buona notizia: noci e legumi hanno l’effetto opposto

di MARINA SANTIN
29 gennaio 2025
La carne rossa aumenta il rischio di demenza e declino cognitivo

La carne rossa aumenta il rischio di demenza e declino cognitivo

Mangiare spesso würstel, insaccati e altri tipi di carne rossa processata, ovvero che subisce una lavorazione, a volte anche con processi di salatura, affumicatura o stagionatura, potrebbe mettere a rischio la salute del cervello. Lo sostiene uno studio pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Neurology, “i cui risultati - dichiara l’autore Yuhan Li, MHS, assistente di ricerca presso la Channing Division of Network Medicine at Brigham and Women’s Hospital di Harvard - forniscono ulteriori prove che un elevato consumo di carne rossa, soprattutto se processata, è associato a un rischio più elevato di declino cognitivo e demenza”.

Le persone che la mangiano in grandi quantità o addirittura quotidianamente, secondo la ricerca infatti, hanno una percentuale maggiore del 13% di sviluppare demenza con l’avanzare dell’età rispetto a chi ne fa uso minore. La buona notizia è che sostituire hot dog, mortadella, pancetta e altri prodotti a base di carne lavorata con alternative più sane come noci e legumi può avere l'effetto opposto, sostenendo la salute cognitiva”.

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“Sostanze nocive nascoste nella carne”

“La connessione tra declino cognitivo e carni rosse lavorate - sottolinea il dott. Li - può essere in gran parte spiegata dalle sostanze nocive spesso presenti in questi prodotti”. I nitrati, ad esempio, vengono aggiunti alla carne rossa per mantenerne il colore e migliorarne il sapore, “ ma sono potenzialmente dannosi per la salute perché contribuiscono a meccanismi come lo stress ossidativo, l'infiammazione e la resistenza all'insulina - dichiara il dott. Li - senza dimenticare che contengono grandi quantità di grassi saturi, sodio e nitriti”. Gli alimenti ultra-processati infatti, non solo sono correlati al declino cognitivo, ma anche a un rischio più elevato di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumore e mortalità precoce.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

Per questo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati di 133.771 partecipanti che non soffrivano di demenza al momento d’inizio della ricerca, per circa il 65% donne e con un’età media di 49 anni. A tutti è stato chiesto di compilare dei questionari che esaminavano il consumo di vari alimenti ogni due e quattro anni utilizzando porzioni da 85 grammi come unità di misura. Prodotti come bacon, würstel, mortadella, salame, salsicce, scatolame e carne secca, sono stati considerati "carni rosse processate”, mentre manzo, agnello e maiale sono stati definiti “carni rosse non processate”.

Raccolti tutti dati, i partecipanti allo studio sono stadi divisi in tre gruppi in base al consumo di carne rossa: basso, con in media 0,10 porzioni al giorno; medio, tra 0,10 e 0,24 porzioni giornaliere; e alto, con più di 0,25 porzioni al giorno.

Demenza: il rischio aumenta del 13%

Per tutta la durata dello studio, il team di ricerca ha documentato quante persone avevano sviluppato demenza e ha scoperto che i partecipanti che appartenevano al gruppo ad alto consumo avevano un rischio maggiore del 13% sviluppare questa patologia rispetto al gruppo a basso consumo.

Un sottogruppo di partecipanti allo studio è stato anche esaminato basandosi su declino cognitivo soggettivo e problemi di memoria o confusione mentale auto-riferiti. Ancora una volta, i ricercatori hanno trovato che chi mangiava carne rossa processata aveva un rischio superiore del 14% di declino cognitivo soggettivo.

Carne rossa e salute cerebrale

Inoltre, qualsiasi tipo di carne rossa sembrava essere collegata a problematiche di salute celebrale: i partecipanti che hanno riferito di aver mangiato almeno una porzione al giorno di carne rossa non trasformata avevano un rischio maggiore del 16% di riferire un declino cognitivo soggettivo. Inoltre, sono state valutate la funzione cognitiva oggettiva, la memoria e la capacità di problem solving di circa 17.500 partecipanti di sesso femminile. Anche per questo gruppo, un utilizzo maggiore di carne rossa processata è stato collegato a problemi di salute del cervello, compreso l'invecchiamento accelerato.