I rischi dell’insufficienza renale e lo spettro della sepsi: cosa dicono gli esperti su Papa Francesco

La crisi respiratoria è rientrata, ma resta alta l’attenzione sullo stato dei reni e la carenza di piastrine. Ecco perché il quadro clinico rimane complesso

di Redazione Salus
24 febbraio 2025
Il quadro clinico di Papa Francesco rimane critico

Il quadro clinico di Papa Francesco rimane critico

Roma, 24 febbraio 2025 – Papa Francesco “non ha dolore” e le crisi respiratorie “sono passate”. È l’ultimo aggiornamento sulle condizioni di Bergoglio arrivate da fonti vaticane. Tuttavia, il quadro clinico rimane complesso: la polmonite bilaterale rende ancora necessaria l'ossigenoterapia in attesa che si cominci a vedere l'effetto dei farmaci.

Secondo lo pneumologo, la comparsa di insufficienza renale e la carenza di piastrine potrebbero essere la spia della coesistenza di più malattie. Ma non solo: “I sintomi potrebbero far ipotizzare la presenza o il rischio di insorgenza di una sepsi”, avverte Ivan Gentile, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell'Università di Napoli Federico II.

Il quadro clinico di Papa Francesco rimane critico
Il quadro clinico di Papa Francesco rimane critico

Insufficienza renale e piastrinopenia: “Spia di più malattie?”

Dopo la crisi respiratoria di sabato, la situazione sembra migliorata, probabilmente perché “la terapia specifica per il broncospasmo permette una reversibilità”, dice lo pneumologo Lorenzo Corbetta, professore associato di Malattie dell'apparato respiratorio all'Università di Firenze.

Poco chiara al momento è la situazione relativa alle trasfusioni: secondo l'ultimo bollettino medico, per due volte sono stati somministrati solo globuli rossi per far risalire i valori dell'emoglobina. La carenza di piastrine, rimasta stabile, potrebbe essere dovuta a una ridotta produzione dal midollo rosso, potrebbe dipendere dai farmaci o ancora a una malattia. "Alla luce di tutti questi fattori - conclude Corbetta - si potrebbe pensare a un problema di comorbidità”, ossia alla coesistenza di più malattie diverse tra loro.

Continua l’ossigenoterapia

“È probabile che il Papa debba fare l'ossigenoterapia ad alti flussi per molti giorni, necessaria a trattare l'insufficienza respiratoria dovuta alla polmonite bilaterale. In sostanza è una terapia di supporto in attesa che i farmaci per trattare la polmonite facciano effetto. Il quadro - osserva Corbetta – lascia pensare a un'infezione virale, forse dovuta a virus stagionali che in questo periodo stanno causando molti casi di polmonite”. Secondo lo pneumologo, “non bisogna aspettarsi cambiamenti da un giorno all'altro: soprattutto nei pazienti anziani le polmoniti bilaterali hanno in genere durata di settimane”.

L’esperto: “Rischio sepsi”

“L'ultimo bollettino relativo alle condizioni di Papa Francesco riferisce la persistenza di condizioni critiche e l'insorgenza di una lieve insufficienza renale. Pur non conoscendo nel dettaglio lo stato di salute del Santo Padre, i sintomi e segni riportati, uniti alla bassa conta di piastrine già riferita in precedenti bollettini, potrebbero far ipotizzare la presenza o il rischio di insorgenza di una sepsi. La buona notizia per il Santo Padre è che, anche in presenza di sepsi, la condizione clinica sarebbe ancora completamente reversibile”. Lo afferma Ivan Gentile, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell'Università di Napoli Federico II.

Cos’è la sepsi

Si stima che la sepsi colpisca ogni anno nel mondo circa 50 milioni di persone, causando circa 10 milioni di morti, ovvero il 20% dei decessi per tutte le cause! Ma che cos’è la sepsi e come possiamo prevenirla e fronteggiarla? “La sepsi è una condizione innescata da una infezione (batterica, virale, micotica o protozoaria) che provoca un danno a uno o più organi a causa di una risposta eccessiva e disregolata del nostro sistema immunitario che, nel tentativo di contrastare il patogeno, finisce per danneggiare lo stesso organismo”, spiega Ivan Gentile.

"Quando spiego ai miei studenti la sepsi dico che essa è come una tempesta che crea nel nostro organismo un danno in tempi rapidi, ma, come tutte le tempeste, può lasciare spazio al sereno, se la identifichiamo e trattiamo correttamente''.