I sintomi della malattia del Congo, Pregliasco: “L’anemia lascia perplessi”. Le incognite
Il virologo: “Le informazioni sono scarse, i più colpiti sembrano bambini e giovani. Il focolaio va bloccato. Per farlo, serve un’azione immediata e strategica a livello internazionale, lo abbiamo visto anche con il Covid”
Roma, 6 dicembre 2024 – Ma quali sono i sintomi della misteriosa malattia che in Congo avrebbe provocato decine di vittime? “Quadro clinico strano (anemia!), non mi piace”, aveva scritto ieri su X Roberto Burioni.
Abbiamo rivolto alcune domande al virologo Fabrizio Pregliasco.
Malattia del Congo e anemia: cosa vuol dire
“L’anemia lascia perplessi”, premette Pregliasco. Che cosa ci fa capire questo segnale, rilanciato tra i sintomi di questa epidemia misteriosa nel paese africano? Rimanda alle febbri emorragiche? “Al momento non possiamo dirlo – è prudente il professore -. Perché quell’elemento si potrebbe anche spiegare con la denutrizione. L’ipotesi peggiore è invece quella di un danno a livello del sangue. In questo caso, però, si dovrebbe vedere un versamento e un danno a livello dei vasi”. Ma le informazioni dal Congo non sono ancora sufficienti per risolvere il rebus.
Malattia del Congo, i sintomi in generale
“In generale – mette in fila Pregliasco – i sintomi di questa malattia ad oggi sono sostanzialmente qualcosa di molto simile all’influenza: febbre, tosse, naso che cola, mal di testa e dolori muscolari”.
Ragiona Pregliasco: “Non dobbiamo ipotizzare per forza una malattia nuova. In questo momento in Congo c’è il picco di influenza. E potrebbero esserci Covid, malaria e morbillo. Si potrebbe quindi pensare a una combinazione di più patologie, e a una malattia non diagnosticata”. La strada, sottolinea Pregliasco, è una sola: “Il focolaio va bloccato. Per farlo, serve un’azione immediata e strategica a livello internazionale, lo abbiamo visto anche con il Covid”.
Rischio di sconfinamento
Pregliasco aggiunge un ulteriore elemento di riflessione. "Questa misteriosa epidemia si è verificata al confine con l’Angola – ricorda -. Quindi potrebbe sconfinare, il rischio c’è”. Ma perché il Congo in particolare è “un hub di virus”, come ha dichiarato Alessandro Miani, presidente della Sima? “Sicuramente c’è una vicinanza uomo-animale e manca una rete di sorveglianza sistematica”.
Chi sono i più colpiti?
Ma chi sono i più colpiti dalla misteriosa malattia? “Dalle prime informazioni sembra che questa patologia colpisca soprattutto giovani e bambini – chiarisce Pregliasco -. E questo ci potrebbe stare. Penso all’H1N1, in passato ha risparmiato i più anziani, che in qualche modo erano già venuti in contatto con le varianti di quel virus. Invece giovani e bambini sono privi di protezioni precedenti”.