Scambio di biopsie, i medici gli tolgono la mandibola sana per errore

Il 35enne era arrivato all’Umberto I di Roma per togliere il dente del giudizio. I medici lo operano pensando abbia un grave osteosarcoma. Resta paralizzato, poi la scoperta: “Il Dna non era il mio”

di Redazione Salus
20 febbraio 2025
L'uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico

L'uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico

Avrebbero scambiato i vetrini della biopsia di due diversi pazienti: uno affetto da tumore e l’altro no. Così a un uomo di 35 anni, arrivato in ospedale per togliere un dente del giudizio e una cisti, è stata rimossa la mandibola perfettamente sana e funzionante.

I medici erano convinti che l'uomo avesse un tumore molto aggressivo alle ossa, un osteosarcoma ad alto grado di malignità. E non solo. Dopo l'intervento, il paziente avrebbe subito una paresi facciale.

È l’ultimo caso di malasanità su cui sta indagando la procura e, secondo quanto riportato dal Corriere, l’episodio sarebbe accaduto al Policlinico Umberto I di Roma. L’uomo avrebbe denunciato l’ospedale per lesioni gravi dopo che aver fatto controllare il Dna del materiale biologico da un laboratorio dell'Università Cattolica di Roma. Sulla vicenda - scrive il quotidiano - sta indagando la pm capitolina Eleonora Fini.

I medici: “Lei ha un tumore aggressivo”

L'episodio risale allo scorso maggio quando il paziente arriva nella Clinica odontoiatrica del Policlinico, l'Istituto Eastman, per l'asportazione di un dente del giudizio e di una cisti. Come da prassi, la cisti viene mandata in laboratorio per l'esame istologico. A giugno, al paziente viene comunicata la diagnosi di essere stato colpito da un tumore molto aggressivo, in particolare di avere sviluppato un osteosarcoma ad alto grado

di malignità. Il 22 luglio il malcapitato viene sottoposto a intervento per l'asportazione della mandibola.

Il paziente: “Mi sono svegliato con il viso deformato”

Francesco - nome di fantasia - viene operato per l'impianto di una placca che ricostruisce l'osso asportato. “Quando mi sveglio, la parte destra del viso è paralizzata. Come deformata", ricorda il 35enne. Il 9 settembre gli viene detto che il nuovo esame istologico sull'osso rimosso "è negativo".

"Io e la mia compagna rimaniamo confusi. Mi dicono che sono stato fortunato a essermi operato in tempo e il tumore non ha attecchito”, racconta Francesco al Corriere. 

I primi sospetti e poii l’esame: “Il Dna non è il mio”

Insospettito e atterrito, anche perché nel frattempo al Policlinico gli dicono che non è necessario fare la chemioterapia e rimandano gli appuntamenti, l'uomo protagonista di questa drammatica vicenda sanitaria decide allora di portare i vetrini delle biopsie all'università Cattolica per un nuovo esame.

“Il 25 ottobre il responso: il Dna non è il mio. Non ho più la mandibola, ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male", rileva Francesco. Ad assisterlo e a presentare la circostanziata denuncia per lesioni gravi contro i medici del Policlinico Umberto I sono gli avvocati Andrea Bertolini e Giacomo Gaudenzi.

Intanto si cerca ancora l'altra vittima di questa incredibile storia: il paziente con il 'presunto' tumore alla mandibola.