Longevità e salute: aumenta l’aspettativa di vita, ma anche gli anni a rischio malattia

Ecco cosa succede in Italia e nel mondo quando si arriva alla vecchiaia. I dati dell’Oms analizzato in uno studio pubblicato su ‘Jama Network Open’

di MARINA SANTIN
17 dicembre 2024
Si alza l’aspettativa di vita, ma anche il rischio di malattia

Si alza l’aspettativa di vita, ma anche il rischio di malattia

Poco più di nove anni e mezzo, esattamente 9,6. É il divario che c’è nel mondo tra la vita vissuta in buona salute e l'aspettativa di vita media di una persona. Un gap che ha registrato negli ultimi venti anni un aumento del 13%.

Maglia nera tra i Paesi con la discrepanza maggiore tra le due realtà, gli Stati Uniti con ben 12,4 anni di differenza, ma anche l'Italia non eccelle in classifica ed è al di sopra della media mondiale. Nel nostro Paese, infatti, con l’avanzare della vecchiaia, ci troveremo ad affrontare un periodo di salute precaria o caratterizzato da varie cronicità o disabilità lungo circa 11 gli anni.

Lo rivela uno studio - condotto da Andre Terzic della Mayo Clinic di Rochester, pubblicato di recente sulla rivista ‘Jama Network Open’ - che si è avvalso sia dei dati dell'Osservatorio della salute globale dell’Oms, come fonte di informazioni globali, sia di quelli a livello nazionale per un totale di 183 stati, coprendo così tutti i continenti.

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Il divario tra salute e malattia

Dall’indagine emerge, innanzitutto, che il divario tra gli anni che le persone vivono in salute, libere quindi da malattie, e la durata media della vita negli ultimi due decenni è aumentato a livello globale in tutti i 183 stati membri dell'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), raggiungendo in media 9,6 anni nel 2019 contro 8,5 anni nel 2000, un aumento pari al 13% in vent’anni.

Analizzando i dati più in dettaglio, si scopre che sono le donne ad avere la peggio con un gap medio maggiore di 2,4 anni rispetto agli uomini. Inoltre, la differenza tra anni in buona salute e aspettativa di vita aumenta parallelamente al crescere del carico dovuto alle malattie non trasmissibili, quali le malattie croniche come il diabete e i disturbi cardiovascolari.

Perfetto esempio, gli Stati Uniti, dove il divario tra le due condizioni ha raggiunto 12,4 anni proprio a causa dell’incremento delle malattie non trasmissibili. Scorrendo la classifica dei paesi con gap più alto, dopo gli States troviamo Australia (12,1 anni), Nuova Zelanda (11,8 anni), Regno Unito (11,3 anni). In Norvegia il gap è di 11,2 anni, in Italia circa 11.

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Longenvità e cura

Sebbene, come sottolineano gli esperti, il divario tra anni di vita in salute e vita media sia sicuramente influenzato dall'aumento della longevità, non è possibile negare che lo studio evidenzia il preoccupante concretizzarsi di una sempre più importante minaccia per una vecchiaia vissuta al meglio e in salute e ribadisce l’esigenza di incrementare l’impegno per l’adozione di sistemi di cura che, soprattutto con il passare degli anni, mettano al centro il benessere. Un aspetto questo su cui si concentra anche il Decennio delle Nazioni Unite per l'invecchiamento in buona salute (2021-2030, iniziativa per migliorare la vita delle persone anziane) che mira a fare evolvere l'attenzione della società portandola a un livello superiore, ovvero spostarla dalla semplice longevità alla longevità in buona salute.