Long-Covid, lo studio: entro un anno tutti guariti
Amnesie, stanchezza, alterazioni dell'olfatto e del gusto: questi i disturbi più radicati
Long-Covid, una sindrome fastidiosa che si trascina a lungo, ma che alla fine, al massimo in 12 mesi, si estingue. Una notizia confortante per quanti hanno lamentato strascichi permanenti dall’infezione viene da uno studio pubblicato sul British Medical Journal. Un gruppo israeliano del KI Research Institute di Kfar Malal ha analizzato i dati relativi a due milioni di pazienti testati per Covid-19, valutando oltre 70 disturbi legati al long-Covid, e si è visto che anche quelli più ostinati sono reversibili, e svaniscono quasi completamente al massimo entro un anno.
Organi e apparati
Chi ha contratto l’infezione dopo essersi vaccinato ha un minor rischio di soffrire di long-Covid, specie dei sintomi respiratori. I problemi a olfatto e gusto si sono dimostrati quelli più ostinati e radicati: chi aveva contratto Covid aveva un rischio 4,59 volte più alto di soffrirne nel breve periodo e di quasi 3 volte a un anno di distanza. Persistenti anche i problemi di concentrazione e memoria, l’affanno respiratorio (dispnea), la stanchezza, le palpitazioni. Per gli altri sintomi di long-Covid il rischio è più basso, fin dalle prime settimane dopo l’infezione e tende a tornare alla normalità, per guarire completamente nel corso dei mesi successivi. Importante sottolineare che il rischio dispnea persistente è ridotto nei pazienti vaccinati.
Sorveglianza virologica
In Italia intanto l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un bando per il finanziamento di progetti di ricerca biennali su Covid-19, una dotazione di 4 milioni di euro, erogati dal Ministero della Salute per indagare le varianti del virus SarsCoV2, meccanismi di diffusione, strategie innovative per la diagnosi, la prevenzione e la cura. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto Riprei (Rete Italiana per la sorveglianza virologica, il monitoraggio immunologico, la formazione e la ricerca in Preparazione alla gestione delle Emergenze Infettive). Sono coinvolti ricercatori che operano presso Università, Enti di Ricerca, Enti del servizio sanitario nazionale e della Sanità militare.