Liste di attesa troppo lunghe: 6 italiani su 10 rinunciano agli esami. Il 44% si rivolge alla sanità privata
Secondo un sondaggio di Adnkronos, a preoccupare i cittadini sono i tempi troppo lunghi delle visite e l’antibiotico resistenza. Ma il 65% degli italiani si fida ancora del Ssn

Liste di attesa troppo lunghe in sanità
Liste di attesa troppo lunghe, il 62% degli italiani rinuncia agli esami e il 44% è costretto a rivolgersi al privato. È una situazione ormai diffusa in quasi tutte le regioni italiane, un problema che rischi di incrinare la fiducia degli italiani nella sanità pubblica e, soprattutto, minaccia il diritto alla cura da parte dei pazienti. Difficoltà che portano una quota significativa a rivolgersi, pur non volendo, alla sanità privata.
È il quadro che emerge da un sondaggio su campione non statistico lanciato da Adnkronos sul suo portale. La survey ha coinvolto oltre 6mila utenti dal 25 febbraio al 3 marzo in vista del dibattito che si è tenuto il 10 aprile 'Salute e Sanità, il doppio binario', alla presenza di istituzioni e rappresentanti del settore.
Sei persone su 10 rinunciano all'esame
Le risposte degli utenti mostrano che a 6 persone su 10 (62%) è capitato di dover rinunciare a un esame per una lunga lista d'attesa. Il 44% di chi ha risposto al sondaggio dice anche di essersi rivolto alla sanità privata nell'ultimo anno perché costretto dalla situazione. Un altro 25% ha proprio scelto di ricorrere direttamente alla la sanità privata e il restante 31% non ne ha usufruito negli ultimi 12 mesi.
Il 65% degli italiani si fida ancora del Ssn
Nonostante eventuali difficoltà, però, il 65% non ha dubbi: si fida ancora della sanità pubblica. La stessa percentuale di utenti si dichiara abbastanza informato sulla differenza tra cure pubbliche e private (un 6% per nulla e il 29% poco). E soltanto il 24% dice di avere un'assicurazione sanitaria, mentre il 76% no.
Il quadro generale che viene confermato anche dal sondaggio mette in luce le criticità che vanno affrontate per far sì, visto anche l'aumento dell'aspettativa di vita e le esigenze sanitarie che stanno cambiando, che i sistemi sanitari siano in grado di rispondere a sfide attuali e future, gestendo le malattie croniche e le necessità di assistenza a lungo termine.
Preoccupa l’antibiotico resistenza
Sullo sfondo, resta una delle emergenze più urgenti da affrontare a livello globale: l'antibiotico-resistenza che, in assenza di un'inversione di rotta, nel 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte nel mondo. Un tema che non lascia indifferenti neanche i cittadini. Sempre dal sondaggio emerge infatti che l'85% degli utenti ha sentito parlare di questo tema, sul quale sono in corso diverse iniziative di sensibilizzazione.