Un avatar in sala operatoria: come funziona l’algoritmo che ‘opera’ col chirurgo
L’Intelligenza artificiale dialoga con i medici e indica la strategia migliore. Usato per asportare i tumori di rene e prostata in modo meno invasivo
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L'intelligenza artificiale dialoga col chirurgo in sala operatoria
L’intelligenza artificiale arriva in sala operatoria aprendo nuovi scenari chirurgici per il trattamento del tumore alla prostata e del rene. Per la prima volta in assoluto infatti, un software innovativo che sfrutta questa tecnologia, dialoga con il chirurgo direttamente in sede d’intervento, consigliando in tempo reale il tipo procedura più opportuna in base alle caratteristiche del caso clinico confrontante istantaneamente con i dati relativi a quelli di centinaia di pazienti già operati.
A svilupparlo, l’Urologia dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, il Dipartimento di Oncologia dell'Università degli Studi di Torino e il Dipartimento di Informatica di Unical, Università degli Studi di Cosenza. La nuova tecnologia di AI, ha debuttato, in anteprima alla 13esima edizione di TUM, Techno-Urology Meeting, durante il quale sono stati già effettuati i primi interventi di chirurgia robotica per tumore di rene e prostata mediante l'utilizzo di questo software, trasmessi in diretta dalle sale operatorie del San Luigi e dell'Istituto di Candiolo-IRCCS.
"Grazie allo sviluppo di sofisticate tecnologie di intelligenza artificiale - ha spiegato Francesco Porpiglia, direttore del Dipartimento di Area Chirurgica e dell'Urologia del San Luigi Gonzaga di Orbavano e professore dell'Università degli Studi di Torino - è possibile oggi progettare degli algoritmi che, nutrendosi di migliaia di informazioni cliniche dei pazienti, acquisiscono capacità di apprendimento, mettono in relazione causa ed effetto e possono generare previsioni. L'intelligenza artificiale diventa quindi finalmente capace di proporre e modulare le strategie chirurgiche su misura per ogni paziente affetto da una specifica patologia".
Come funziona: algoritmo “allenato” in sala operatoria
La nuova tecnologia - che viene applicata alla chirurgia robotica conservativa dei tumori renali e alla chirurgia robotica per il trattamento dei tumori della prostata - si basa su uno specifico algoritmo "allenato" a identificare diversi possibili scenari chirurgici, sulla base dell'analisi di dati anonimizzati di centinaia di pazienti già sottoposti a interventi di chirurgia robotica presso il reparto di Urologia dell'AOU San Luigi.
Rispetto ai sistemi di calcolo convenzionali, è in grado di individuare dei collegamenti tra le caratteristiche del paziente e del tumore da cui è affetto e i possibili risultati dopo l'intervento chirurgico di asportazione della malattia.
IA indica al chirurgo la strategia migliore
Nel caso di tumori del rene, in cui è indicato rimuovere solo la massa tumorale e preservare l'organo, l'intelligenza artificiale è capace di indicare al chirurgo la migliore successione di passaggi da eseguire durante la procedura operatoria per ottenere la massima preservazione possibile di rene sano con una sicurezza completa nell'asportare la malattia.
Nei i tumori della prostata, invece, questa tecnologia è stata modulata per indicare al chirurgo la scelta strategica migliore per preservare la funzione sessuale e la continenza urinaria, senza compromettere l'efficacia oncologica dell'intervento. Il chirurgo si confronta in tempo reale con il software e discute le strategie proposte, scegliendo successivamente l'intervento che ritiene più adatto per il paziente sulla base della sua esperienza e delle informazioni che ha ottenuto dal sistema.
Avatar in grado di dialogare
L'avatar è infatti in grado di ascoltare e comprendere le domande, modulare le risposte e dialogare in maniera coerente con il chirurgo in relazione al caso specifico del paziente da operare. "Ricerca, innovazione, intelligenza artificiale, chirurgia robotica sono alla base di una sanità proiettata al futuro per una cura e un'assistenza all'avanguardia già nel presente - ha affermato l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi - ciò che viene presentato al TUM in anteprima mondiale è una tecnologia che fa del Piemonte, ancora una volta, un faro e un'eccellenza nel campo della ricerca".