Studio choc: influenza aviaria fatale per il 90% delle donne incinte

Una ricerca del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne attesta l’alta mortalità delle donne in attesa che contraggono un virus aviario

di Redazione Salus
20 dicembre 2024

Roma, 20 dicembre 2024 – Mentre nel mondo si moltiplicano i casi di influenza aviaria nell’uomo (nei giorni scorsi in California è scattato lo stato d’emergenza) arriva un nuovo allarme sulla mortalità di virus aviari sulle donne incinte. In sostanza, in base a dati medici a disposizione, nove donne in attesa su dieci che hanno contratto un’influenza aviaria sono morte.

La ricerca australiana

"Contrarre l'influenza aviaria è fatale per la stragrande maggioranza delle donne incinte". A lanciare l'allarme sono i ricercatori del Murdoch Children's Research Institute (Mcri) di Melbourne, in Australia, autori di una metanalisi che analizzato 1.500 articoli scientifici per un totale di 30 casi di mamme contagiate in gravidanza: 27 sono decedute, dato che indica "un tasso di mortalità del 90%", avvertono gli studiosi mentre crescono a livello globale le infezioni umane collegate a focolai di virus aviari altamente patogeni.

Le epidemie di aviaria nel mondo

L'ultima segnalazione nei giorni scorsi dagli Usa, che hanno registrato il primo caso di malattia grave collegata a influenza aviaria A/H5N1 nel Paese, in un paziente ricoverato in Louisiana dopo essere stato esposto a uccelli malati e morti in allevamenti di cortile.

In un’intervista rilasciata da Calogero Terregino, direttore del laboratorio di referenza europeo sul virus, a qrotidiano.net, l’esperto ha sottolineato come l’aviaria abbia ormai  “ha colonizzato il mondo, Antartide compresa, manca solo in Australia. Ha una grandissima diffusione e ha dimostrato un grandissimo potere di riassortimento. Dal 2021 come Centro di referenza europeo abbiamo identificato ben 100 genotipi diversi”.

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L’aviaria in Italia

Secondo i dati a disposizione sono attualmente oltre 50 i focolai di aviaria negli allevamenti di pollame e fra gli uccelli selvatici. Sono naturalmente esposte al contagio le persone che vivono a più stretto contatto con i volatili. Il rischio maggiore resta sempre quello di specie che permetterebbe poi una più facile trasmissione da uomo a uomo.

Perché le donne incinte sono più esposte

I risultati del lavoro, spiegano i ricercatori australiani, suggeriscono che includere il prima possibile le donne incinte nei piani pandemici va considerata "una priorità fondamentale". Rachael Purcell, coautrice della metanalisi, sottolinea che le mamme in attesa, nonostante rappresentino una popolazione ad alto rischio, sono spesso escluse dalle sperimentazioni sui vaccini e scontano ritardi di accesso ai programmi vaccinali di sanità pubblica. "E' necessario un cambiamento di paradigma – ammonisce l'esperta – per includere sistematicamente le donne incinte nei programmi di preparazione alla pandemia e scongiurare morti evitabili".