“Infezioni in gravidanza e autismo: abbiamo scoperto un link, ecco le prospettive”

Claudia Bagni, biologa alla guida di due gruppi di ricerca all’università Tor Vergata di Roma e all’ateneo di Losanna: “Abbiamo aperto nuove strade per arrivare a ulteriori scoperte”

di RITA BARTOLOMEI
16 gennaio 2025
Infezioni in gravidanza e autismo: i risultati dell'ultimo studio

Infezioni in gravidanza e autismo: i risultati dell'ultimo studio

Roma, 16 gennaio 2025 – Disturbo dell’autismo e infezioni in gravidanza: uno studio svela nuovi meccanismi.

Abbiamo chiesto di chiarire la portata della scoperta alla professoressa Claudia Bagni, biologa alla guida di due gruppi di ricerca all’università Tor Vergata di Roma e all’ateneo di Losanna.

Claudia Bagni, biologa, è docente all'università Tor Vergata di Roma e a Losanna
Claudia Bagni, biologa, è docente all'università Tor Vergata di Roma e a Losanna

"Autismo e infezioni in gravidanza, cosa abbiamo scoperto”

Chiarisce la professoressa al telefono con Quotidiano.net: “Lavoriamo sull’autismo, disturbo complesso, ancora oggi molte delle cause sono poco conosciute. In questo studio, usando un modello biologico murino, abbiamo testato l’ipotesi che un’infezione importante durante la gravidanza possa causare nel bambino comportamenti autistici. Perché in questo disturbo si pensa ci sia un’interazione gene-ambiente. Conosciamo circa mille geni associati all’autismo, che contribuiscono diversamente. Tuttavia nessun singolo gene è sufficiente a spiegare questa condizione, considerata la complessità del disturbo”.

Autismo e interazione gene-ambiente

"La teoria gene-ambiente sull’autismo – chiarisce la professoressa Bagni – è che esista un’interazione tra gene e ambiente. Questa combinazione di fattori genetici e ambientali può contribuire all’insorgenza dei disturbi. Quando una donna, durante la gravidanza, ha un’infezione, il sistema immunitario reagisce. Ma quando l’infezione è grave, c’è l’ipotesi che possa causare nella prole disturbi di tipo autistico. Si chiama infezione materna durante la gestazione (Maternal Immune Activation o MIA), il modello usato era già stato sviluppato. Quindi noi lo abbiamo consolidato nel nostro laboratorio e ci siamo chiesti quali fossero le molecole che venivano alterate. E abbiamo scoperto che questa infezione causa l’alterazione di una via molecolare molto conosciuta e riduce i livelli di una proteina, l’Fmrp, implicata nella sindrome dell’X Fragile, la forma di disabilità intellettuale più frequente nella popolazione. Il 50% degli individui con questa sindrome ha anche forme di autismo”.

La sindrome dell’X Fragile e l’autismo

La conclusione: “Abbiamo scoperto un link. Riusciamo a legare due condizioni diverse, un’infiammazione importante e una proteina implicata in una condizione genetica con alta percentuale di autismo. E riusciamo a metterle insieme. Questa proteina risulta un nodo centrale per la funzionalità dei neuroni". In altre parole “i nostri risultati rivelano che l’attivazione del sistema immunitario materno, in una finestra temporale critica dello sviluppo prenatale, può influenzare lo sviluppo cerebrale del feto, portando nella prole a disturbi del comportamento associati ad autismo”.

La prospettiva che si apre ora

Ma quale prospettiva si apre ora? “Su questo punto occorre essere molto cauti – è la risposta rigorosa della scienziata -. Sicuramente abbiamo aumentato le conoscenze sulla condizione dell’autismo e sulla sindrome dell’X Fragile. Abbiamo aperto nuove strade per arrivare a ulteriori scoperte. Ma bisogna essere chiari: ad oggi non esiste una terapia”.

Che cos’è l’autismo

Il disturbo dello spettro autistico (ASD), ricorda una nota dell’università Tor Vergata, “è un complesso disturbo del neurosviluppo caratterizzato da un’ampia gamma di disturbi comportamentali tra cui difficoltà di comunicazione e interazione sociale, interessi limitati e comportamenti ripetitivi”.