Il tumore alla prostata fa meno paura grazie a terapie mirate e prevenzione
A ricordare che è una partita che si gioca in squadra anche la campagna "Men's Pro", promossa da Pfizer Italia in collaborazione con Europa Uomo e la Federazione Italiana di Rugby
Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella popolazione maschile nei Paesi occidentali e in Italia rappresenta il 19,8% di tutti i tumori maschili, con 41.000 nuove diagnosi nel 2023. Ad oggi, sono 564.000 gli italiani che convivono con una diagnosi di questa neoplasia, con un incremento di nuovi casi l’anno nell’ultimo triennio del 14%: oggi più del 60% riesce a sconfiggere la neoplasia ma oltre il 5%, come dato di prevalenza, soffre della sua forma più grave, il tumore della prostata metastatico. Fra i pazienti con malattia metastatica, inoltre, il 66,1% sviluppa la forma resistente alla castrazione. “Sono la prevenzione e strumenti diagnostici sempre più precisi a rendere, oggi, il tumore alla prostata uno dei più curabili – precisa Sergio Bracarda, presidente Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO) -. Grazie all’analisi molecolare della malattia, inoltre, anche le forme di carcinoma prostatico metastatico hanno cominciato ad essere fronteggiate con maggiore successo con l’impiego di terapie mirate che agiscono sui meccanismi di riparazione cellulare. La loro disponibilità sta cambiando la prognosi di queste patologie, pesante fino ad alcuni anni fa, soprattutto se resistenti alla castrazione, riuscendo ad allungare l’aspettativa di sopravvivenza e anche a garantire una buona qualità di vita”.
A ricordare che quella contro il tumore della prostata è una partita che si gioca in squadra anche la campagna “Men’s Pro”, promossa da Pfizer Italia in collaborazione con Europa Uomo e la Federazione Italiana di Rugby. Sfruttando il parallelismo con il gioco del rugby, si mira a sensibilizzare e a superare le barriere e il senso di isolamento che troppo spesso sono legate a questa patologia maschile. Raccontando la malattia dal punto di vista di chi è colpito, dei clinici (oncologi e urologi) e del team multidisciplinare (nutrizionista, sessuologo, psicocologo), “Men’s Pro” vuole far sentire chi è colpito specie dalla forma metastatica parte di una squadra. “Per i pazienti, l’informazione è la prima medicina” precisa Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo.
Fondamentale, inoltre, il tema della prevenzione. E’ importante non sottovalutare i fattori di rischio, alcuni dei quali legati anche allo stile di vita come obesità, sedentarietà e fumo. “Conoscere i principali fattori di rischio, non solo l’età, ma anche la familiarità, la predisposizione genetica e i cosiddetti fattori ambientali, cioè quelli legati agli stili di vita, è quindi fondamentale sia per una corretta prevenzione, sia per affrontare questa neoplasia tempestivamente, grazie al lavoro di team multidisciplinari e a trattamenti sempre più personalizzati”, spiega Alberto Briganti, professore ordinario di Urologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.