Giornata mondiale dell'obesità: 4 italiani su 10 in sovrappeso. Allarmante primato al Sud
Secondo i dati ISS, quattro le regioni con il maggior numero di obesi: Molise, Campania, Basilicata e Puglia. Ma la forbice sta scendendo, il rischio galoppa anche al Nord
Il 4 marzo ricorre il World Obesity Day, la Giornata Mondiale dell'Obesità. "Istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation l'evento coinvolge organizzazioni, associazioni e persone con l'obiettivo di invertire la crisi globale dell'obesità sensibilizzando cittadini e istituzioni incoraggiando la prevenzione di una condizione cronica complessa che richiede interventi su più livelli, anche quando, negli stadi iniziali, non si associ a complicanze”. È quanto si legge in una nota dell'ISS. Il focus dell'edizione 2025 della giornata dedicata al contrasto dell'obesità è sui sistemi: sanitari e governativi, sugli ambienti di vita e di lavoro, sui media, che, con un approccio sistemico e collaborativo, possono affrontare la sfida globale contro l'obesità e il sovrappeso, spiega la nota.
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Il focus di quest’anno
Molte persone che sono in sovrappeso, se non intervengono con cambiamenti nello stile di vita, possono progredire verso l'obesità che si associa a un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche - come patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro, problemi articolari - che riducono la durata della vita e ne peggiorano la qualità.
I dati riferiti dal sistema di sorveglianza Passi per il biennio 2022-2023 relativi a peso e altezza di 18-69enni portano a stimare che nel nostro Paese 4 adulti su 10 siano in eccesso ponderale: 3 in sovrappeso (con un indice di massa corporea - IMC - compreso fra 25 e 29,9) e 1 obeso (IMC =30), continua la nota. L'eccesso ponderale è una caratteristica più frequente: fra gli uomini rispetto alle donne (52% vs 34%), fra le persone con difficoltà economiche (52% fra chi riferisce di avere molte difficoltà economiche ad arrivare a fine mese, vs 39% fra chi non ne ha) e fra le persone con un basso livello di istruzione (63% fra chi ha la licenza elementare vs 32% fra i laureati).
L’età più a rischio per l’aumento di peso
L'eccesso ponderale infine, prosegue la nota dell'ISS, aumenta con l'età ma diventa una condizione meno frequente superati i 75 anni, come mostrano i dati di Passi d'Argento (sugli ultra65enni) perché l'indice di massa corporea è soggetto a variazioni correlate a fattori biologici e patologici, per cui dopo questa età aumenta progressivamente la quota di persone che perdono peso indipendentemente dalla loro volontà.
Così se l'eccesso ponderale riguarda il 27% dei 18-34enni sale progressivamente al 53% dopo i 50 anni e raggiunge il 58% fra i 65-74enni, per ridursi progressivamente dopo i 75 anni fino al 46% fra gli over 85enni.
La situazione in Italia
Il gradiente geografico è a sfavore delle regioni meridionali, aggiunge la nota. Alcune regioni del sud – Molise, Campania, Basilicata, Puglia – continuano a detenere il primato della quota più alta di persone in eccesso di peso, sfiorando la metà della popolazione residente.
Tuttavia, osserva la nota dell’ISS, se storicamente la quota di persone in eccesso ponderale resta più frequente nelle Regioni meridionali, oggi il gradiente geografico fra Nord e Sud del Paese si è leggermente ridotto rispetto a 15 anni fa, come risultato di un lento, modesto ma continuo aumento dell'obesità nelle Regioni settentrionali a fronte di una sostanziale stabilità nel resto del Paese.
Bassa è l'attenzione degli operatori sanitari al problema, stando ai dati Passi: meno della metà degli intervistati in eccesso ponderale riferisce di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso. L'attenzione è indirizzata soprattutto alle persone obese, molto meno a quelle in sovrappeso.
“Attenzione dei medici ancora troppo bassa”
Il medico è molto importante nel contrasto al sovrappeso e all'obesità, perché, quando il consiglio di mettersi a dieta arriva da un operatore sanitario chi lo riceve è incoraggiato a metterlo in pratica, si legge ancora nella nota dell'ISS. Infatti la quota di persone in eccesso ponderale che dichiara di seguire una dieta è significativamente maggiore fra coloro che hanno ricevuto il consiglio medico rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto (46% vs 17%).
"L'attenzione dei sanitari a questo problema è più scarsa proprio dove ce ne sarebbe più bisogno, come per esempio nelle regioni meridionali”, secondo i dati Passi, conclude la nota. Ancora meno frequente è il consiglio medico di praticare attività fisica per le persone in eccesso ponderale.