Germi resistenti agli antibiotici, proposta di legge sulla profilassi antimicrobica
Routine chirurgica, accessi vascolari, tratto urinario, pneumopatie e protesi articolari fanno da culla alle infezioni ospedaliere. Le iniziative illustrate a Montecitorio
Le infezioni correlate all’assistenza causate da germi multiresistenti rappresentano un problema di sanità pubblica in tutto il mondo, Italia compresa. Per affrontare questa emergenza, gli specialisti della Società italiana di malattie infettive e tropicali hanno proposto una serie di iniziative con l’obiettivo di promuovere l’impiego corretto degli antibiotici e cambiare l’approccio attuale. Due dei progetti, denominati Insieme e Resistimit, sono stati presentati nella sala stampa della Camera dei Deputati, coinvolgendo una qualificata rappresentanza di parlamentari, dirigenti del ministero, clinici e rappresentanti del terzo settore. Un ulteriore approfondimento è venuto presso la sala Capranichetta a Montecitorio, nel corso di un convegno intitolato “Insieme contro le Infezioni Correlate all’Assistenza”, e nell’occasione è stata presentata una proposta di legge sulla profilassi antimicrobica stilata in collaborazione con l’Associazione culturale Fülop.
La resistenza è un fenomeno in crescita in Europa, e l’Italia è uno dei paesi con le peggiori performance in questo campo. Tra le principali cause si annovera l’abuso di antibiotici in medicina e in ambito veterinario, trascurando l’igiene delle mani e altre buone pratiche.
Per arginare questo fenomeno è necessario adottare programmi e strategie mirate che promuovano un uso corretto degli antibiotici (Antimicrobial Stewardship) e un efficace piano di controllo e prevenzione delle ICA. Secondo il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), a livello mondiale si stimano 5 milioni di morti associate all’antibiotico-resistenza, di cui 1 milione e 300mila direttamente attribuibili a questi meccanismi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che entro il 2050 le morti per germi multiresistenti agli antibiotici supereranno quelle per patologie oncologiche, con 10 milioni di decessi a livello globale. In Italia, si stima che ci siano 11mila morti all’anno, un terzo di tutti i decessi. Le infezioni correlate all’assistenza hanno anche un impatto negativo sul Servizio Sanitario Nazionale, con 2,7 milioni di posti letto occupati all’anno e costi diretti che ammontano a circa 2,4 miliardi di euro. Circa l’8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione di questo tipo. Tuttavia, è possibile ridurre l’impatto di queste infezioni di almeno il 30% con strategie adeguate, coinvolgendo non solo gli infettivologi ma anche medici di medicina generale, infermieri, volontari del soccorso e semplici cittadini, tutti responsabilizzati per contrastare efficacemente, tutti insieme, l’antibiotico-resistenza.
Per rendere operative le strategie di contrasto alle infezioni da batteri killer, il coordinamento tra istituzioni, direzioni sanitarie e clinici è essenziale. Inoltre, è necessario un inquadramento in progetti nazionali, un monitoraggio continuativo e un sistema permanente, poiché questi fenomeni sono in continua evoluzione. La professoressa Cristina Mussini, vicepresidente Simit, propone di uniformare a livello nazionale le politiche di controllo delle infezioni ospedaliere, con gruppi di esperti che si occupano della formazione, dell’organizzazione di controlli negli ospedali e di audit per rilevare le criticità. Una survey ha coinvolto oltre 40 ospedali, evidenziando la necessità di maggiore interazione tra reparti di degenza e laboratori. Più della metà dei nosocomi interpellati deve perfezionare un sistema integrato di monitoraggio delle infezioni in chirurgia, legate agli accessi vascolari, alle infezioni del tratto urinario, alle polmoniti e alle protesi articolari.
Un altro progetto, illustrato dall’infettivologo Marco Falcone, è la piattaforma Resistimit, che si propone di combattere i microrganismi multiresistenti agli antibiotici attraverso la creazione di un registro nazionale e di un software che metta in rete questi dati. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale consentirà di definire futuri scenari e promuovere strategie appropriate. La collaborazione tra istituzioni, direzioni sanitarie, clinici e altre figure coinvolte sarà fondamentale per la riuscita dell’iniziativa.