Genetica, la nuova frontiera della neuropsichiatria

Attraverso lo studio moderno del codice della vita si conta di trovare una terapia più efficace per disturbi come l’autismo, l’Alzheimer, la schizofrenia

di Redazione Salus
28 maggio 2024

Nel vasto e complesso universo della neurologia e psichiatria, una luce di speranza si accende grazie alle recenti scoperte nel campo della genetica. Il consorzio internazionale PsychEncode, fondato nel 2015, sta aprendo nuove strade nella comprensione e nel trattamento di malattie che hanno rappresentato e tuttora rappresentano un enigma in medicina.

 

Con una mole di dati senza precedenti, PsychEncode intende mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale un patrimonio di conoscenze che potrebbe rivoluzionare il trattamento di disturbi come l’autismo, l’Alzheimer, la schizofrenia e la sindrome bipolare. Questi dati sono ora accessibili ai ricercatori di tutto il mondo, finalizzati ad accelerare il passo verso nuove cure.

 

BrainScope, neuroni senza segreti

Uno dei risultati più significativi del consorzio è BrainScope, un progetto guidato da Prashant Emani dell’Università di Yale. BrainScope ha mappato la sequenza genetica di un campione di cellule (neuroni corticali) prelevate nel corso di autopsie sia da individui sani sia da pazienti affetti da disturbi neuropsichiatrici e neurodegenerativi. Questo lavoro rappresenta un passo cruciale verso la comprensione delle basi genetiche delle patologie neurologiche invalidanti e delle affezioni di pertinenza dello psichiatra.

 

Viaggio nella psiche

Il team di Ashok Patowary, dell’Università della California a Los Angeles, ha esplorato le basi dei disturbi psichiatrici fin dallo sviluppo embrionale. Parallelamente, Brie Wamsley ha raccolto dati sull’autismo in quantità mai viste prima, mentre William Ruzicka ha indagato le origini genetiche e biologiche della schizofrenia.

 

Demenza, causa indefinita

Spostandoci all’Università del Queensland, il gruppo di ricerca guidato da Chloe Yap ha analizzato specimen cerebrali di pazienti che soffrivano di demenza, al fine di comprendere dettagli dei meccanismi molecolari dell’Alzheimer che finora ci erano sfuggiti. La speranza è quella di arrivare a trattamenti mirati più efficaci per una delle malattie neurodegenerative maggiormente devastanti.

 

Prossimi passi

La genetica in psichiatria sta vivendo un momento straordinario, con il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui comprendiamo i disturbi neuropsichici. I progressi del consorzio PsychEncode sono un esempio lampante di come la collaborazione internazionale e la condivisione delle conoscenze possano portare a scoperte che un giorno potrebbero migliorare la vita di milioni di persone.

 

Con questi dati e le intuizioni che ne derivano, la ricerca in psichiatria tende a svelare i segreti del cervello umano, offrendo nuove speranze per il trattamento di malattie che ci sembrano tuttora avvolte dal mistero. La strada è lunga, ma il percorso è tracciato e la destinazione è chiara: una migliore comprensione e cura dei disturbi psichiatrici, per una società più sana e inclusiva.

 

Airalzh: grant e arte terapia

Sempre nell’ambito della ricerca in neurologia l’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Airalzh Onlus, ha recentemente annunciato l’avvio di due nuovi bandi di finanziamento che promettono di dare un impulso significativo alla ricerca sull’Alzheimer in Italia. Un primo bando, denominato “Art Therapy”, è dotato di un fondo di 100mila euro e mira a sostenere due progetti di ricerca, ciascuno finanziato con 50mila euro. L’obiettivo, si legge in un comunicato, è quello di esplorare l’efficacia delle tecniche di arte-terapia nel trattamento di individui affetti da Alzheimer o disturbi cognitivi lievi, una frontiera innovativa che potrebbe offrire nuove speranze e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

In parallelo, Airalzh ha lanciato il bando “Starting Grants”, un’iniziativa ancora più ambiziosa con un budget di 300mila euro destinato a finanziare due progetti di ricerca, uno di base e uno clinico, focalizzati sulla prevenzione e sulle fasi precoci della malattia di Alzheimer. Questo bando rappresenta un’opportunità cruciale per approfondire la comprensione delle origini della malattia e sviluppare strategie preventive efficaci.

 

Dal suo esordio nel 2016, Airalzh ha dimostrato un impegno costante nel sostegno alla ricerca, raccogliendo oltre 4 milioni di euro. Questi fondi sono stati investiti in 82 assegni di ricerca e 26 progetti di ricerca attraverso il bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers), che attualmente sta vivendo la prima fase dell’edizione 2024, denominata “First Application Documents”.

 

La collaborazione tra Airalzh e la Fondazione Armenise-Harvard ha inoltre permesso di finanziare due progetti rivolti a ricercatori mid-career, consolidando il ruolo dell’associazione come catalizzatore di talento e innovazione nel campo della ricerca sull’Alzheimer. I bandi “Starting Grants” e “Art Therapy” sono solo gli ultimi esempi dell’impegno di Airalzh in senso lato.