Picco di gastroenterite virale, l’invito dei medici: “Lavarsi spesso le mani è la prima delle difese per cercare di non ammalarsi”
L’appello del virologo genovese e le rassicurazioni del primario di Medicina Interna dell’ospedale di Legnano Antonino Mazzone: “Misura di prevenzione fondamentale ed è giusto applicarla sempre, ma non eccediamo in allarmismi”. Quando ci si deterge le mani occhio… all’orologio
Milano, 5 febbraio 2025 – Lavarsi le mani, la regola d’igiene fra le più semplici da applicare, è in queste settimane la migliore abitudine da utilizzare per “fare scudo” all’epidemia di gastroenterite che, come avverte il dottor Matteo Bassetti dell’ospedale Gaslini di Genova, sta registrando un picco in questo momento che non si era mai verificato nei mesi precedenti. Il norovirus è uno degli “osservati speciali” di questa stagione invernale. "Lavarsi le mani può salvare la nostra vita", è il messaggio lanciato via social dall'infettivologo noto a tutti gli italiani dai tempi della pandemia da Covid, che prende spunto proprio da un video diffuso dai Cdc americani – I Centers for disease control, corrispondenti al nostro Istituto superiore di sanità – sulla prevenzione contro il norovirus per ricordare l'importanza dell'igiene della mani, pilastro anticontagio, per arginare la corsa delle malattie infettive. Negli Stati Uniti nelle settimane scorse gli ultimi dati dei Cdc segnalavano un numero di focolai pari a più del doppio di quello registrato nello stesso periodo dei tre anni precedenti: a inizio gennaio erano 128, al 9 gennaio 97. I dati di questo mese sono i più alti dal 2012. Anche nel Regno Unito è stata lanciata un’allerta per casi in aumento spinti da un particolare ceppo.
"La prima delle medicine? Bere molto”
Condivide l’invito a fare ricorso al sapone e a igienizzanti il più possibile il primario di Medicina Interna dell’ospedale di Legnano Antonino Mazzone. “Questa forma di gastroenterite da norovirus coinvolge tutte le fasce d’età – spiega –, ma è evidente che soggetti fragili o già affetti da altre patologie, penso in particolare alle fascia anziana della popolazione o a coloro che sono cardiopatici, corrono più rischi di dover poi ricorrere a un ricovero ospedaliero. In genere questa forma di gastroenterite è “benigna” nel senso che si risolve nel giro di due, al massimo tre giorni. Ma proprio perché causa una forma anche acuta di diarrea è fondamentale reidratarsi: la perdita di liquidi va assolutamente contrastata, in particolar modo per non mettere in sofferenza la funzionalità dei reni”.
Proprio chi soffre di insufficienza deve fare quindi estrema attenzione, facendo tutto il possibile a contrarla. “Un’altra forma di prevenzione fondamentale – continua Mazzone – è di evitare di condividere oggetti contaminati dal virus. Quelli d’uso comune in bagno, certo. Ma anche il pane messo sulla tavola a pranzo e cena può diventare un veicolo di trasmissione”.
“Il trend c’è ma non preoccupa”
Mazzone conferma che anche all’ospedale di Legnano (Asst Ovest Milanese) c’è stato un aumento dei casi registrati del 10, 20% rispetto allo standard con un incremento nell’ultimo periodo, “ma non è il caso di generare allarmismi. Stare attenti a evitare di contagiarsi quello sì, e lavarsi bene e spesso le mani per almeno 15 o 20 secondi è davvero utile e non solo per la gastroenterite da norovirus”. I norovirus sono tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica – come si può leggere sul sito dell’Istituto superiore di sanità –. Le infezioni causate da norovirus si manifestano soprattutto in contesti comunitari, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o, tipicamente, in ambienti confinati, come per esempio le navi da commercio e da crociera.
Dal contagio alla manifestazione dei sintomi
Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono quelli comuni alle gastroenteriti, e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso si manifesta anche una leggera febbre. La malattia non ha solitamente conseguenze serie, e la maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni senza complicazioni. Non esiste un trattamento specifico contro il norovirus, né un vaccino preventivo. I meccanismi di immunizzazione contro il norovirus sono poco conosciuti, e secondo i Cdc l’immunità dura solo alcuni mesi: lo stesso individuo quindi può essere infettato dal virus più volte nel corso della vita.
La trasmissione
Il virus è altamente infettivo e bastano 10 particelle virali per dare vita a un’infezione. Data la loro persistenza nell’ambiente, che ne permette la replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale, i norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli. La trasmissione avviene direttamente da persona a persona, per via orofecale o via aerosol, oppure tramite acqua o cibo infetti, ma anche per contatto con superfici contaminate. Un altro veicolo di trasmissione è rappresentato dagli alimenti contaminati o anche eventuali superfici che sono state in precedenza contaminate. Massima attenzione anche al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie.
Questo è il protocollo igienico e di prevenzione suggerito dall’Istituto superiore di sanità: lavarsi le mani molto bene prima di toccare i cibi; non lavorare e soprattutto non stare a contatto con il cibo quando si è indisposti, soprattutto se si è affetti da gastroenterite, e fino a tre giorni dopo la guarigione; lavare e disinfettare accuratamente tutti i materiali e le superfici (dalle tovaglie e tovaglioli ai grembiuli e teli da lavoro, fino agli utensili) che possano essere venuti a contatto con una persona infetta e/o con il virus; utilizzare solo cibi di provenienza certificata, soprattutto nel caso di alimenti che vengono cotti poco, come i frutti di mare o le verdure fresche eliminare tutte le scorte alimentari che potrebbero essere state contaminate da un addetto infetto e/o da altre fonti di norovirus tenere separati i soggetti che portano pannolini e pannoloni, soprattutto in asili e case di riposo, dalle aree dove viene preparato e distribuito il cibo.
App e sapone
E per chi non vuole stare col cronometro per contare i secondi necessari per lavarsi correttamente le mani adesso esiste anche una app dedicata: si chiama “Hand Wash”, è disponibile per Android (scaricabile per esempio da Gaalxy Store) e mette a disposizione sia un timer per un lavaggio accurato di 25 secondi (20 secondi standard e 5 addizionali per consentire di insaponarsi le mani e aprire il rubinetto), un feedback vibrazione integrato, un sistema di avvisi per i mancati lavaggi e un pannello di controllo dedicato dove monitorare la frequenza di lavaggio giornaliera.