Eparina prodotta in laboratorio, traguardo sempre più vicino
Ricercatori Usa: "Il nostro lavoro consentirà di produrre un farmaco che sia costantemente disponibile e sicuro"
Negli anni ’80 fu la volta dell’insulina, ora la rivoluzione potrebbe investire l’eparina: uno dei farmaci anticoagulanti più diffusi al mondo. Siamo vicini, infatti, al passare dall’estrazione da organi animali (soprattutto dall’intestino dei maiali) alla produzione in laboratorio di questo farmaco. Queste modalità di produzione, infatti, hanno reso l’eparina molto vulnerabile a episodiche carenze. “Il nostro lavoro consentirà di produrre eparina che sia costantemente disponibile e sicura”, ha affermato il coordinatore dello studio rivoluzionario, Jonathan Dordick.
Ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, in Usa, hanno infatti messo a punto una procedura per la produzione di una eparina bioingegnerizzata che non prevede l’uso di animali. Il processo è stato illustrato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). “Quasi 100 tonnellate di eparina vengono prodotte ogni anno in tutto il mondo, da quasi un miliardo di maiali, e il mercato globale dell’eparina è stato di circa 7,4 miliardi di dollari nel 2022”, ha spiegato il team. “Oltre il 70% dell’eparina proviene da un unico Paese di origine (Cina) e i tentativi di diversificare la catena di approvvigionamento sono stati impegnativi”.
Il gruppo ha individuato una procedura che sfrutta il batterio Escherichia coli per produrre un analogo dell’eparina bioingegnarizzata. Il prodotto, dopo diversi passaggi, viene convertito in una molecola molto simile all’eparina a basso peso molecolare attualmente in commercio. Al momento gli scienziati stanno lavorando, anche insieme all’Fda, per passare dalla produzione in laboratorio ad una in scala industriale.