Sopravvive 100 giorni con un cuore artificiale: è record. Svolta per la medicina

In Australia si apre un nuovo capitolo per il mondo della medicina: un uomo affetto da insufficienza cardiaca grave ha vissuto svariate settimane con un cuore artificiale in attesa del trapianto senza incappare in complicanze

di Redazione Salus
12 marzo 2025
Sopravvive 100 giorni con un cuore artificiale: è record. Svolta per la medicina

Roma, 12 marzo 2025 – C’è un nuovo faro di speranza per chi convive con un’insufficienza cardiaca grave ed è in attesa di trapianto. La notizia, riportata da The Guardian, arriva dall’Australia, dove un uomo è sopravvissuto per più di 100 giorni con un cuore artificiale. “Un successo clinico senza precedenti” lo definiscono i chirurghi di Sydney, ma è anche una svolta epocale nel mondo della medicina che potrebbe salvare innumerevoli vite in futuro.

Il cuore artificiale di Bivacor (foto tratta dal sito dell'azienda)
Il cuore artificiale di Bivacor (foto tratta dal sito dell'azienda)

L’intervento all’ospedale di St. Vincent

Il quadro clinico dell’uomo era drammatico: una gravissima insufficienza cardiaca metteva a repentaglio la sua vita ogni giorno. Per questo, si è offerto volontario per diventare il primo destinatario di un cuore artificiale in tutta l’Australia. Il paziente, un uomo sulla quarantina e originario del Nuovo Galles del Sud, è stato operato il 22 novembre all’ospedale St. Vincent di Sydney. L’intervento è durato più di sei ore ed è stato guidato da Paul Jansz. “Abbiamo lavorato per arrivare a questo momento per anni  – ha commentato il chirurgo cardiotoracico – e siamo estremamente orgogliosi di essere stati la prima squadra in Australia a portare a termine questa procedura”. L’uomo è rimasto sotto osservazione per alcune settimane, prima di essere dimesso a febbraio. Ora, è in attesa di un secondo trapianto dopo la notizia di un cuore umano diventato disponibile a partire da questo marzo. 

Come funzione il cuore artificiale

Il cuore artificiale impiantato è un progetto di Bivacor, un’azienda che si occupa di dispositivi medici. In particolare, il suo funzionamento dipende da una pompa biventricolare rotante in titanio che pompa il sangue e sostituisce entrambi i ventricoli di un cuore in crisi. L’impianto dovrebbe fungere da soluzione ponte per quei pazienti in attesa di un trapianto con un cuore umano, un ultimo baluardo di speranza per chi soffre di una insufficienza cardiaca biventricolare grave. Tuttavia, l’ambizione ultima dei progettatori è quella di poter garantire un cuore artificiale che possa sostituire in tutto e per tutto quello di un altro essere umano, in modo tale che i destinatari possano vivere con il dispositivo senza bisogno di un ulteriore trapianto.

Il professore David Colquhoun dell’Università del Queensland, infatti, ha avvertito che il cuore artificiale Bivacor, per quanto pioneristico, ha ancora un tempo limitato di funzionamento, laddove quello umano può garantire una vita tranquilla al paziente fino a 10 anni dall’intervento. C’è ancora una lunga strada da fare, ma gli studiosi sono fiduciosi in un progresso sempre maggiore, soprattutto dopo gli ultimi successi riscontrati. 

Il National Institute of Health statunitense ha stimato che, solo negli usa, almeno in 100mila potrebbero beneficiare del dispositivo. Quella di Bivacor, è quindi un’innovazione destinata a salvare la vita a migliaia di pazienti, se non, in un futuro lontano, di milioni. (sono ben 26 milioni le persone in tutto il mondo che soffrono di insufficienze cardiache, ndr).