Consumo di alcol a rischio per un italiano su sei
A indagare il fenomeno, in Italia, sono state le sorveglianze Passi e Passi d'Argento
Giovane, istruito e senza grandi problemi economici: ecco l’insospettabile identikit di chi, nel nostro Paese, rischia la propria salute per una dipendenza da alcolici. A indagare il fenomeno, in Italia, sono state le sorveglianze Passi e Passi d’Argento, relative alla popolazione adulta (18-69 anni) e a quella anziana (over 65 anni). Intervistate, nel biennio 2022-23, rispettivamente 63mila e 30mila persone. A diffondere i principali dati è stato il sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Quattro adulti italiani su 10 dichiarano di non consumare bevande alcoliche, ma 1 persona su 6 (18%) ne fa un consumo definito a maggior rischio per la salute, per quantità o modalità di assunzione. Come accennato, è emerso che il consumatore a maggior rischio è uomo, giovane e giovanissimo, non in difficoltà economica e con un alto livello di istruzione, perlopiù residente nel Nord Italia. Si tratta di un profilo che pratica anche il cosiddetto binge drinking (consumi episodici eccessivi), o fuori pasto, ma anche che – nel 2% dei casi – ha un consumo abituale elevato. Questa pratica insana, dopo un calo legato all’emergenza pandemica, ha ripreso ad essere praticata ed è prerogativa dei più giovani e socialmente più avvantaggiati, mentre il consumo abituale elevato è caratteristica di persone meno giovani e socialmente più svantaggiate.
E i giovanissimi? Il consumo a maggior rischio è più frequente fra i giovani e in particolar modo i giovanissimi (fra i 18-24enni la quota sfiora il 36%), rivelandosi sempre circa 3 volte maggiore di quanto si osserva fra le generazioni più mature dei 50-69enni. Infatti, fra gli over 65, coloro che dichiarano di non consumare alcol abitualmente sono ben 6 su 10. Fra le donne, invece il consumo di alcol a maggior rischio sembra stabile, ma va aumentando la componente del consumo di tipo binge.
C’è un elemento, all’interno di questa panoramica, che preoccupa gli esperti. Si tratta di coloro che assumono alcol pur avendo una controindicazione assoluta, come i pazienti con malattie del fegato. Allarme rosso anche per le donne in gravidanza: il 10% di loro ha riferito di aver consumato alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista e fra le donne che allattano al seno la quota aumenta al 27%.