Colonscopia, esame sicuro anche a intervalli di 15 anni

Endoscopia intestino, studio Usa sulla prognosi nello screening del tumore del colon retto

di Redazione Salus
5 maggio 2024

Uno studio statunitense ha aperto la strada a un cambiamento nelle raccomandazioni relative alla colonscopia, che negli Usa si consiglia ogni 10 anni, per individui oltre i 50 anni di età. Le osservazioni più recenti suggeriscono la possibilità di estendere questo intervallo fino a 15 anni senza un incremento significativo di prognosi infauste nei casi accertati di tumore al colon-retto.

 

Come funziona

La colonscopia è un esame diagnostico che permette di esaminare l’interno del colon (intestino crasso) e del sigma. Questa indagine viene eseguita da un gastroenterologo in ambulatorio, mediante impiego di un colonscopio, uno strumento flessibile dotato di una telecamera all’estremità. Questo accertamento è in grado di identificare o escludere la presenza di lesioni intestinali, come polipi, tumori, infiammazioni o stenosi.

 

Casi particolari. Normalmente è il medico di famiglia a consigliare e prescrivere la prima colonscopia in diverse situazioni, tra cui:

 

  • Subocclusione intestinale sospetta: quando ci sono sintomi che suggeriscono, dopo giorni di stipsi ostinata, con sangue nelle feci, un restringimento del passaggio intestinale.
  • Test del sangue occulto fecale positivo: un esame che rileva tracce di sangue invisibili a occhio nudo nelle feci, potenzialmente indicativo di sanguinamento interno.

 

Poliposi

I polipi intestinali sono estroflessioni che si formano sulla mucosa, ovvero sull’epitelio di rivestimento interno dell’intestino. La maggior parte dei polipi sono benigni, e hanno una morfologia che varia da caso a caso, alcuni di questi tuttavia possono evolvere in tumori maligni, specie in presenza di familiarità. Durante l’endoscopia, se vengono rilevati polipi, è possibile rimuoverli seduta stante utilizzando strumenti speciali come lacci e bisturi microscopici, che scorrono attraverso il colonscopio.

 

Sedazione e Comfort. La colonscopia è un esame che può causare disagio anche solo all’idea, ma grazie alla sedazione, il paziente non avverte dolore e spesso non ha ricordi dell’esame una volta sveglio. La sedazione consente di rilassare il paziente e di minimizzare qualsiasi fastidio durante la procedura.

 

Sicurezza. Nonostante la natura invasiva, la colonscopia è considerata un esame sicuro quando eseguito da personale formato con tutti i crismi, cruciale per la prevenzione del cancro del colon-retto, in quanto permette la rilevazione precoce di polipi o lesioni sospette della mucosa dell’apparato digerente.

 

In sintesi, la colonscopia è un esame che svolge un ruolo chiave nella diagnosi e nella prevenzione di varie patologie intestinali. La sua capacità di identificare e rimuovere polipi in situ la rende un’opzione diagnostica insostituibile. Grazie alla sedazione con benzodiazepine, i pazienti possono affrontare l’esame con serenità, sapendo che ogni fase dell’esame viene monitorata con la massima cura.

 

Oncologia

La colonscopia gioca un ruolo cruciale nella diagnosi precoce del tumore del colon, soprattutto nelle persone con una storia familiare di questa neoplasia. In presenza di una accertata familiarità per il tumore del colon-retto il gastroenterologo raccomanda esami regolari tramite colonscopia ogni dieci anni, sempre secondo il giudizio del medico, intervallo che può essere anticipato, nel caso, sulla base di varie considerazioni.

 

Durante l’esame può capitare di identificare e rimuovere i polipi intestinali, che possono essere precursori del cancro colorettale. Questi polipi, se lasciati in situ, possono evolvere verso la malignità. La rimozione durante una colonscopia il più delle volte risolve il problema, se il polipo viene preso nelle fasi iniziali.

 

Endoscopia digestiva

Un professore di gastroenterologia che ha fornito importanti osservazioni sulla colonscopia è William Tam, Università di Adelaide, visiting professor ad Amsterdam e Tokyo, ha affinato le sue competenze in endoscopia digestiva presso il Middlesex Hospital di Londra. William Tam è referente del programma australiano di screening per il cancro del colon. La sua esperienza sulla colonscopia è stata rilevante si fini della prevenzione e della diagnosi precoce del cancro del colon-retto, e sottolinea l’importanza degli screening regolari e della rimozione dei polipi durante le procedure endoscopiche.

 

Aderire alle campagne di screening per il cancro del colon-retto, come la ricerca del sangue occulto nelle feci, consente (nei casi selezionati) interventi tempestivi e trattamenti più efficaci, aumentando così le probabilità di superare la malattia. Per le persone con una storia familiare di tumore del colon-retto, gli esperti raccomandano di iniziare gli screening a un’età più giovane e di sottoporsi a screening a intervalli regolari, seguendo i consigli del medico.

 

La ricerca

Tornando alla ricerca, pubblicata su JAMA Oncology, di cui abbiamo scritto all’inizio di questo articolo, gli autori hanno analizzato i dati di 110mila persone che avevano ricevuto una prima colonscopia con esito negativo, confrontandoli con un gruppo di controllo di un milione di casi. I risultati hanno indicato che un intervallo di 15 anni tra una colonscopia e l’altra, in pratica aspettare cinque anni in più rispetto all’intervallo decennale consigliato finora, non peggiora la prognosi “per tutti quei pazienti che non presentano rischi particolari”.

 

La ricerca è stata condotta su una casistica del Centro per la ricerca sul cancro di Heidelberg, in Germania, e apre la strada a un confronto su quale sia la frequenza degli screening sufficientemente efficace ai fini della diagnosi precoce del cancro del colon. Questo studio potrebbe avere implicazioni significative nelle linee guida future per la gestione delle procedure invasive idonee allo scopo, senza compromettere la sicurezza dei pazienti.