Ciclo e menopausa, come cambia la vita delle donne. “Sintomi sottovalutati dai medici”
A fotografare le difficoltà legate alla salute femminile è un’indagine di Unobravo Data Lab. La psicologa: “Fondamentale parlare degli effetti psicologici”
Una donna su quattro ritiene il proprio medico poco preparato a gestire problematiche strettamente legate alla salute femminile e il 76% pensa che i sintomi legati a ciclo mestruale e menopausa siano sottovalutati dalle persone che le circondano.
E non è tutto. Tutte le fasi della vita di una donna - ciclo mestruale, gravidanza, menopausa e post-menopausa - sono caratterizzate da trasformazioni ormonali e fisiologiche che influenzano il corpo e la mente, con un impatto significativo sulla qualità della vita quotidiana.
In questi momenti diventa quindi fondamentale prendersi cura della salute, sia fisica che mentale, valutando approcci integrati che, associando trattamenti per benessere fisico e supporto psicologico, permettono di affrontare ogni periodo della vita femminile con maggiore equilibrio e serenità.
Cosa dicono le donne
A sottolineare quanto, invece, ancora oggi, questo aspetto sia ancora troppo sottovalutato, un’indagine dell’Unobravo Data Lab interamente focalizzata sulla salute femminile. Innanzitutto, il 25,9% delle intervistate ha ricevuto una diagnosi medica per patologie legate al ciclo mestruale, come la sindrome dell'ovaio policistico o endometriosi, confermando quanto siano comuni e rappresentino una sfida per molte donne. Colpiscono infatti, in modo significativo le donne tra i 26 e i 35 anni (una fascia d’età che da sola rappresenta il 60,1% dei casi diagnosticati), seguite da quelle tra i 36 e i 45 anni (il 21% del totale), evidenziando come le difficoltà legate alla salute femminile si concentrino soprattutto durante le fasi più attive della vita riproduttiva, con importanti ricadute sul benessere complessivo.
La psicologa: “Parlare degli effetti psicologici”
“È fondamentale normalizzare la conversazione sugli effetti psicologici di ciclo mestruale e menopausa, promuovendo una maggiore consapevolezza e accesso a risorse adeguate. La salute mentale e il benessere emotivo femminile meritano la stessa attenzione della salute fisica: solo così possiamo costruire una società in cui le donne si sentano comprese, supportate e libere di affrontare queste esperienze senza pregiudizi o barriere - afferma la Dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo - unendo le forze tra educazione, sensibilizzazione e politiche di sostegno mirato, è possibile creare un futuro in cui il benessere femminile sia una priorità condivisa, migliorando non solo la qualità della vita delle donne, ma anche il tessuto sociale nel suo complesso”.
"Sintomi sottovalutati dai medici”
Una percezione particolarmente diffusa poi, è quella che i sintomi, i disturbi e le patologie legati al ciclo mestruale e alla menopausa siano generalmente sottovalutati da parte dell'ambiente sociale circostante. Il 76% delle donne ritiene che queste problematiche siano spesso minimizzate, anche in ambito familiare. Un sentimento di incomprensione ulteriormente evidenziato dal fatto che il 15,8% delle donne dichiara di non sentirsi adeguatamente o sufficientemente supportata da familiari e amici su temi legati alla salute rivelando anche una sensibile insoddisfazione nei confronti dell’assistenza sanitaria: quasi una donna su quattro (24,9%) percepisce il proprio medico come poco preparato a trattare questioni legate alla salute femminile, come il ciclo o la menopausa, mentre l’11% esprime un giudizio nettamente negativo sul trattamento ricevuto.
Appare evidente quindi, la richiesta di una maggiore sensibilità, formazione e supporto sia sul piano personale che professionale, affinché ogni donna possa avere a disposizione il sostegno e le risorse di cui ha bisogno.
Ciclo e menopausa: come cambia la vita
Ciclo mestruale, menopausa e benessere psicologico, sono strettamente connessi. Il 99,3% delle donne ha sintomi fisici o psicologici durante il ciclo, tra cui spiccano sbalzi d'umore (74,7%), gonfiore (70,5%), stanchezza (69%) e dolore (66,89%). Particolarmente marcati sono i risvolti psicologici: il 7,7% delle donne afferma che il ciclo mestruale ha un impatto estremo sul proprio stato psicologico, mentre il 28,5% lo descrive come molto significativo, con una prevalenza di casi, per entrambe le risposte, tra i 26 e i 35 anni. Inoltre, più del 60% riferisce episodi di ansia o depressione, con il 26,1% che sperimenta tali disturbi spesso o sempre. La menopausa, che coinvolge circa l’8,2% delle intervistate, porta con sé molteplici disagi frutto dei cambiamenti ormonali. Tra i sintomi più diffusi emergono vampate di calore (51,4%), insonnia e calo della libido (entrambi segnalati nel 49,7% dei casi), ma anche disturbi dell’umore come ansia (46,9%), irritabilità (42,7%) e depressione (34,5%). Oltre un quarto delle donne (26,2%) riconosce una profonda influenza delle condizioni legate alla salute femminile nelle attività quotidiane, necessitando spesso di interventi specifici. Nonostante questo, però, il 38,6% dichiara di non aver cercato alcun tipo di supporto, evidenziando una lacuna significativa nel trattamento e nella sensibilizzazione.
Tuttavia, il 22,8% delle donne ha scelto di affidarsi a un supporto psicologico, dimostrando l'importanza di un approccio multidimensionale per affrontare le implicazioni emotive e fisiche legate a questa fase della vita. L’analisi dell’Unobravo Data Lab mette anche in luce l’esigenza di affrontare i temi del ciclo mestruale e della menopausa con un approccio più consapevole e inclusivo, sia in ambito sociale che lavorativo. La maggior parte delle donne intervistate (92,3%) ritiene fondamentale introdurre politiche mirate a supportarle durante le diverse fasi della vita. Questa esigenza è particolarmente sentita dalle lavoratrici dipendenti, che rappresentano il 71,7% delle voci a favore, seguite dalle libere professioniste (11,2%), segno di quanto il contesto professionale influisca sulla necessità di sostegno.
Quasi la metà delle donne (44,4%) dichiara di non sentirsi a proprio agio nel parlare di temi legati alla salute femminile con colleghi o superiori, evidenziando la persistenza di uno stigma culturale che ostacola il riconoscimento e la gestione di problematiche legate alla salute della donna in ambito professionale.