Chikungunya e malattia di Lyme, risultati promettenti dai vaccini

Test clinici in dirittura d'arrivo, verdetto tra due anni. L'insidia zanzare infette

di ALESSANDRO MALPELO
28 gennaio 2023
Fumigation to exterminate mosquitoes transmitting the West Nile virus

Due vaccini sperimentali sviluppati dall’azienda biotech Valneva, uno contro la chikungunya e un altro per la malattia di Lyme, stanno progredendo nella fase avanzata degli studi clinici. Secondo quanto riferito sulla rivista Nature Biotechnology, se approvato, il vaccino contro la chikungunya è destinato a diventare il primo per la malattia, causata da un virus della famiglia Togaviridae trasmesso dalle zanzare Aedes.

 

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Risposta immune

Il candidato vaccino per la chikungunya VLA1553 è stato approntato con il virus vivo-attenuato, ottenuto eliminando una parte del genoma virale. I dati della sperimentazione di fase 3, presentati a dicembre, mostrano che il 96-99% degli adulti sviluppa una risposta anticorpale neutralizzante che persiste fino a un anno dopo una singola iniezione di vaccino.

 

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Anticorpi

Uno studio su VLA1553 nei giovani è in corso in Brasile. Per il candidato vaccino contro la malattia di Lyme, VLA15, Valneva sta collaborando con Pfizer. I dati della sperimentazione di fase 2 mostrano che i livelli di anticorpi sono rimasti elevati per 6 mesi dopo un regime di tre somministrazioni.

 

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Morso di zecca

VLA15 è un vaccino a base di proteine ricombinanti per scatenare l’immunità contro la Borrelia burgdorferi, il batterio che causa la malattia di Lyme, che infetta l’uomo attraverso il morso delle zecche.

 

L’unico vaccino contro la malattia di Lyme attualmente in sperimentazione su pazienti è in fase 3, cioè dopo due sbarramenti superati siamo a un passo dal traguardo. Se questo trial dovesse dare esito positivo, Valneva e Pfizer potrebbero chiedere l’approvazione alle agenzie regolatorie nel 2025.

 

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Malattie tropicali

Le malattie tropicali trascurate sono causate da diversi tipi di patogeni tra virus, batteri e altre tipologie di microorganismi. I dati Ocse mostrano che l’Italia è al primo posto in Europa per numero di infezioni, con circa 15mila decessi l’anno stimabili come causati da microorganismi resistenti agli antibiotici – evidenzia il professor Marco Falcone, segretario generale Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali.  Gli analisti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità calcolano che nel 2050, avanti con questo trend, l’antibiotico-resistenza sarà la prima causa di morte a livello globale.

 

Le malattie neglette, diffuse nelle regioni più povere del mondo, dove scarseggiano acqua potabile, servizi igienico-sanitari e assistenza sanitaria, fanno capolino anche alle nostre latitudini, per via della tropicalizzazione del clima. Tante sono le infezioni dimenticate, secondo l’Oms, quelle che ricevono pochi finanziamenti finalizzati alla scoperta di terapie. Molti pensano alla lebbra, alla rabbia, alla scabbia, ma ricordiamo anche malaria, dengue e chikungunya, trasmesse all’uomo dalla zanzara, e che provocano (le ultime due) un quadro simil influenzale, a volte severo, stanno facendo la loro comparsa anche in Europa.

 

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