C’è un potente alleato che aiuta nel controllo del dolore oncologico

Il Fentanyl è una molecola oppioide con potenza analgesica circa cento volte superiore a quella della morfina

di MAURIZIO MARIA FOSSATI
16 novembre 2024
Il Fentanyl è una molecola oppioide con potenza analgesica circa cento volte superiore a quella della morfina

Il Fentanyl è una molecola oppioide con potenza analgesica circa cento volte superiore a quella della morfina

"Curare il dolore è cosa divina", lo sosteneva Ippocrate, padre della medicina. Ma esistono due tipi di dolore. Se ti bruci una mano o ti cade un masso sul piede, il dolore è “acuto”: una sorta di campanello d’allarme che stimola l’istinto di sopravvivenza a sfuggire al pericolo. L’altro tipo di dolore è quello persistente nel tempo, quello “cronico”, che dobbiamo sempre curare per evitare che si trasformi in una vera e propria malattia opprimente e devastante.

"Le patologie oncologiche sono spesso accompagnate da entrambi questi tipi di dolore – afferma Arturo Cuomo, direttore Anestesia, Rianimazione e Terpia antalgica, Istituto Nazionale Tumori, IRCCS Fondazione Pascale di Napoli –: dolore cronico e, nel 70% dei pazienti, anche acuto con picchi che insorgono rapidamente nel corso della giornata raggiungendo il massimo di intensità in pochi minuti per poi passare in breve tempo. Queste esacerbazioni dolorose devono essere trattate con una terapia ad hoc in grado di agire subito, ma con un’emivita molto breve. Nel contempo è fondamentale curare anche il dolore cronico, perché permette di migliorare la qualità di vita del paziente, consentendo di prestare maggiore attenzione all’aderenza alle cure contro il cancro. Ecco perché la terapia del dolore deve essere ritenuta a tutti gli effetti in grado di contribuire a migliorare un percorso di cura oncologica e il suo esito. Il trattamento del dolore oncologico, quindi, rappresenta una priorità clinica ed etica".

Fentanyl, molecola oppioide con potenza analgesica circa cento volte superiore a quella della morfina, ha una ben consolidata importanza clinica nella cura dei dolori oncologici. La gestione del farmaco in ambito medico è quindi fondamentale e non può in alcun modo essere confusa con gli usi illegali di cui recentemente si è parlato. Il Fentanyl appartiene ai cosiddetti “farmaci del terzo gradino”, secondo la scala analgesica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), di cui fanno parte altri oppioidi forti come la morfina, l’ossicodone, il metadone e cosi via. La potenza si riferisce alla quantità di farmaco che serve per produrre il sollievo dal dolore (concentrazione di farmaco in grado di occupare il 50% dei recettori specifici). Tanto minore è la concentrazione di farmaco necessaria, quanto maggiore è la potenza del prodotto. Pertanto, maggiore è la potenza analgesica, minore sarà la dose richiesta per ottenere l’effetto terapeutico.

Ma quali sono le sue caratteristiche farmacologiche? "Oltre a essere la molecola analgesica più potente che abbiamo a disposizione nella pratica clinica – spiega Diego Fornasari, professore ordinario di Farmacologia, Università degli Studi di Milano –, Fentanyl ha una spiccata liposolubilità: è quindi in grado di entrare nell’organismo attraverso vie che per altre molecole sono più difficili da percorrere. Per esempio mediante un cerotto transdermico, sotto forma di spray nasale, in compresse sotto la lingua. Vie di somministrazione che garantiscono una immediata azione. Infine, la molecola viene rapidamente metabolizzata una volta assorbita a livello intestinale: ha un’emivita breve, di circa due ore, e tende a non accumularsi in circolo".

"Tutti i farmaci hanno effetti collaterali che però i medici sanno gestire adeguatamente – spiega Vittorio Guardamagna, direttore Cure Palliative e Terapia del Dolore, Istituto Europeo di Oncologia (IEO), Milano –. Per esempio, gli antinfiammatori non steroidei di uso comune sono pericolosi se assunti cronicamente perché possono provocare ulcere e perforazioni gastrointestinali, ma anche danni renali o epatici. I farmaci oppioidi non provocano danni d’organo. I pazienti che necessitano del Fentanyl, e che quindi lo utilizzano sotto controllo medico, non rischiano di andare incontro a gravi effetti collaterali come la depressione respiratoria, ma possono sperimentare sintomi minori come mioclonie, cioè tremori e spasmi muscolari, un po’ di sonnolenza, talvolta nausea, vomito, stipsi. Effetti che però possono essere facilmente controllati con farmaci che agiscono a livello intestinale, oppure adeguando i dosaggi della terapia del dolore".