Aviaria, sequenziamento genetico del virus

Secondo contagio umano, negli Stati Uniti, da influenza A/H5N1: 4,8 milioni di dosi di vaccino in preparazione

di Redazione Salus
27 maggio 2024

Scienziati al lavoro, negli Stati Uniti, per ottenere la sequenza genetica del virus dell’ aviaria che ha contagiato – giorni fa – il secondo uomo, un lavoratore in un allevamento del Michigan. A darne conferma i Centers for Disease Control and Prevention americani che, però, non cambiano la comunicazione circa il livello di rischio per la popolazione generale, che rimane basso.

 

Negli Usa il risultato è atteso a giorni, stando all’annuncio del vicedirettore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, Nirav Shah. I dati, ha precisato, dovrebbero permettere di capire se il virus H5N1 che ha colpito l’uomo è vulnerabile ai candidati vaccini in via di sviluppo e produzione negli Stati Uniti. La sequenza genetica permetterà di accertare, inoltre, se il virus responsabile del secondo contagio nell’uomo nel Paese abbia mutazioni che potrebbero facilitare la trasmissione all’uomo. Il lavoratore contagiato, impiegato in un allevamento del Michigan in cui l’infezione era stata già rilevata nelle mucche, ha sviluppato solo una congiuntivite, successivamente guarita. Come nel caso del precedente caso, verificatosi due mesi fa in Texas. a positività al virus A/H5N1 è  stata confermata dai test eseguiti sui campioni oculari, mentre sono risultati negativi quelli nasali. Non è chiaro se questo aspetto possa fornire informazioni sulle modalità di trasmissione: le infezioni oculari “potrebbero essere dovute alla contaminazione degli occhi, magari con uno spruzzo di fluido contaminato o dal contatto degli occhi con qualcosa di contaminato dal virus A/H5N1, come una mano”. Non sono esclusi altri contagi: “Considerati gli elevati livelli di virus A/H5N1 nel latte crudo delle mucche infette e l’entità  della diffusione di questo virus nelle vacche da latte, potrebbero essere identificati ulteriori casi umani simili”, avvertono i Cdc che insistono sulla necessità – per le persone esposte per ragioni lavorative ad animali potenzialmente infetti – di adottare misure preventive, come indossare guanti e mascherine.

 

Intanto, Dawn O’ Connell, vice ministro del ministero Sanità americano responsabile della preparazione e la risposta alle emergenze ha reso noto che il governo ha iniziato a preparare circa 4,8 milioni di dosi di vaccino.

 

Spostandoci in Australia, anche lo Stato di Victoria, ha riportato un caso di influenza aviaria A/H5N1 in un bambino di ritorno dall’India. Il contagio, in realtà, risale allo scorso marzo, ma è emerso solo ora, nell’ambito di un programma di sorveglianza rafforzata. Le caratteristiche del virus escludono che il contagio sia connesso all’epidemia in corso in Usa.