Influenza aviaria, timori di uno spillover. Dagli Usa 590 milioni a Moderna per accelerare sui vaccini a mRna
Il virologo Fabrizio Pregliasco: “L'Italia in modo incomprensibile non ha opzionato quei vaccini prepandemici che sono già disponibili e che l'Europa aveva voluto mettere a disposizione”
Washington, 18 gennaio 2024 – L’influenza aviaria spaventa sempre di più. Aumentano i contagi tra gli animali e anche tra le persone, mentre crescono i timori di uno spillover. Negli Stati Uniti si prova a giocare d'anticipo: il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs) degli Stati Uniti ha annunciato la concessione di un finanziamento di circa 590 milioni al laboratorio Moderna per lo sviluppo di vaccini a RNA messaggero (mRNA) contro le pandemie influenzali. L'obiettivo del finanziamento è quello di "potenziare le capacità della tecnologia mRNA in modo che gli Stati Uniti siano preparati a rispondere ad altre malattie infettive emergenti", ha dichiarato il Dipartimento della Salute in un comunicato.
Moderna potrà accelerare
"Questo finanziamento consente a Moderna di accelerare lo sviluppo di un vaccino contro l'influenza H5N1 a base di mRNA che abbia una buona corrispondenza con i ceppi attualmente circolanti nelle mucche e negli uccelli", ha aggiunto l'Hhs. "Accelerare lo sviluppo di nuovi vaccini ci permetterà di essere all'avanguardia e di garantire che gli americani abbiano gli strumenti necessari per stare al sicuro", ha commentato il Segretario alla Salute uscente Xavier Becerra, citato nel comunicato spiegando che "le varianti dell'influenza aviaria si sono dimostrate particolarmente imprevedibili e pericolose per l'uomo in passato".
L’Italia non ha opzionato i vaccini pandemici, non è una buona cosa
E sul fronte europeo e italiano? "Sicuramente a livello internazionale c'è una sottostima della diffusione dell'influenza aviaria, sul versante animale e ancor più nell'uomo", spiega all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco. E "se l'Europa alcune iniziative le ha messe in campo, l'Italia in modo incomprensibile non ha opzionato quei vaccini prepandemici che sono già disponibili e che l'Europa aveva voluto mettere a disposizione. Questa secondo me non è una buona cosa, certo non aiuta", sottolinea il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'Università Statale di Milano.
Il gatto positivo a Bologna
Dopo la notizia del gatto risultato positivo all'aviaria a Valsamoggia in provincia di Bologna, l'esperto premette che "non è facile predire il futuro", ma "non credo che in Italia vedremo dei casi umani a breve. Però sicuramente la sorveglianza va rafforzata", ribadisce il medico. "La questione è internazionale - precisa - e richiede una sorveglianza stringente, sul fronte veterinario e nei pazienti. Come i Cdc americani hanno raccomandato di fare nei ricoverati, è necessario accelerare i test per la sottotipizzazione dei virus A, così da poter avere un segnale immediato in caso di infezione da virus come l'H5N1".
Virus estremamente diffuso, misure di protezione per chi lavoro con gli animali
In merito al contagio del gatto ieri Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica presso l'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha rilevato che "il riscontro di gatti infetti con virus dell'influenza aviaria non è raro. Ma in nessun caso c'è stata trasmissione da felini all'uomo. Pertanto, il livello di allerta non cambia". Ma, in ogni caso, "conferma l'estrema diffusione di virus influenzali aviaria, primo fra tutti H5N1, per cui è importante informare sui rischi e sulle misure di protezione soprattutto coloro che lavorano in allevamenti industriali o familiari che comportano uno stretto contatto con pollame potenzialmente infetto”.