Asse intestino cervello, microbioma alterato può essere spia di Alzheimer
Un cocktail di fermenti lattici migliora gli effetti antidepressivi dei farmaci standard
Una ricerca della Washington University School of Medicine di Saint Louis suggerisce che la composizione del microbioma intestinale potrebbe essere un marcatore precoce della malattia di Alzheimer. Ma, restando in tema di intestino, si è osservato anche che un mix di 14 diversi probiotici potrebbe rappresentare un’efficace soluzione coadiuvante contro l’ansia e la depressione maggiore.
I ricercatori hanno stilato un identikit dei batteri che proliferano nella mucosa enterica dei pazienti con demenza. E’ stato notato che le persone anziane con demenza senile di natura neurologica hanno una composizione della flora intestinale diversa rispetto a una popolazione della stessa età con facoltà intellettuali ben conservate. Tuttavia, la ricerca ha anche dimostrato che la differente composizione del microbioma si è verificata antecedentemente alla comparsa dei sintomi di sofferenza cognitiva, quali perdita della memoria a breve e incapacità a coordinare azioni in sequenza (ad esempio vestirsi, apparecchiare la tavola, guidare la macchina). La scoperta potrebbe aiutare in futuro a identificare per tempo le persone con maggior rischio di sviluppare la malattia in modo da inserire queste persone nelle sperimentazioni dei nuovi farmaci in arrivo per impedire l’accumulo di beta amiloide nel cervello. Il coordinatore dello studio, Gautam Dantas, ha dichiarato che è ancora da chiarire se sia l’intestino a influenzare il cervello o il contrario, ma in entrambi i casi la conoscenza del legame tra i due ambienti è preziosa, e un cambiamento nella composizione delle colonie batteriche intestinali potrebbe contribuire a cambiare il decorso della malattia di Alzheimer.
E sempre l’asse intestino-cervello è protagonista di uno studio pilota, condotto dal King’s College London e pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry, che ha dimostrato che il cocktail di fermenti lattici migliora gli effetti antidepressivi dei farmaci standard. Questo è uno dei primi lavori capaci di dimostrare, in una popolazione occidentale, gli effetti diretti dei probiotici sulla salute mentale degli adulti in cura con antidepressivi. I ricercatori hanno confermato che questo integratore alimentare (ne hanno preparato uno specifico in laboratorio, con una composizione peculiare) contribuisce a mantenere alto il tono dell’umore. Il trial clinico ha coinvolto un campione di 49 soggetti adulti con disturbo depressivo maggiore e con una risposta incompleta ai farmaci antidepressivi prescritti, cui è stato somministrato un integratore probiotico con 14 ceppi differenti, mentre altri 24 hanno ricevuto un placebo. Entrambi i gruppi hanno dimostrato un miglioramento dei sintomi nei 40 giorni di test, i vantaggi misurabili più significativi sono stati osservati nel gruppo del probiotico a partire dalla quarta settimana, in base alle scale di valutazione standard per la depressione e l’ansia. Per il coordinatore dello studio James Stone, “la mancata o parziale risposta agli antidepressivi è un problema e questo studio è un primo passo importante per esplorare il potenziale terapeutico dei probiotici come trattamento coadiuvante nella depressione”. Inoltre, ha affermato che “i probiotici sono un’integrazione accettabile e tollerabile nelle persone che già assumono farmaci antidepressivi“, aprendo la strada verso studi su popolazioni più ampie di pazienti.