Anziani, le strategie per rallentare il declino fisico
Rischio infermità evitabile per 14 milioni di ultrasessantenni in Italia. Fondamentali lo screening cardiovascolare e l'attività motoria
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è ormai una realtà che interessa l’intero continente europeo. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un costante aumento della fascia d’età degli ultraottantenni, che rappresentano la classe a più rapida espansione.
Secondo i dati più recenti, solo nei Paesi europei gli ultra80enni sono passati dal 3,4% del 2001 al quasi 6% del 2020. In Italia, in particolare, le prospettive per il futuro non sono incoraggianti: si prevede che nel 2050 le persone over 65 saranno tre volte più numerose dei giovani con meno di 15 anni. Il numero di residenti over 65 è già in costante aumento, con un incremento di oltre 3 milioni rispetto al 2004, arrivando a contare oggi 14,3 milioni di persone (+5,1%). Questo trend è destinato a cambiare radicalmente l’assetto demografico del nostro Paese e a mettere a dura prova il sistema sanitario e assistenziale. Infatti, con l’avanzare dell’età aumenta il numero di persone che non è più in grado di soddisfare autonomamente alcuni dei bisogni primari. Secondo l’ultimo report dell’Oms, il 14% degli over 60 è parzialmente disabile, pari a 71 milioni di persone solo nei 37 Paesi presi in considerazione nello studio. Tuttavia, è importante sottolineare che il declino funzionale non è un destino inevitabile per tutti gli anziani. Sono fondamentali l’esercizio fisico e la prevenzione cardiovascolare per mantenere una buona qualità di vita anche in età avanzata.
È indispensabile che le istituzioni e la società nel suo complesso si impegnino a creare le condizioni migliori per garantire un invecchiamento attivo e dignitoso per tutti. Solo così potremo affrontare la sfida della crescita demografica in modo consapevole e responsabile. Questo il messaggio che lanciano i medici della Sigot, la Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio.
L’invecchiamento della popolazione è una sfida globale che richiede strategie mirate per garantire una buona qualità di vita agli anziani. Vediamo alcune considerazioni e raccomandazioni riguardanti la prevenzione della disabilità nella fascia di età sessanta, ottanta e oltre:
- Disabilità: Con l’avanzare dell’età, aumenta il rischio di declino fisico funzionale che sfocia nella disabilità. Tuttavia, non è un percorso inevitabile per tutti. Alcuni fattori chiave influenzano la salute e la capacità funzionale degli anziani.
- Esercizio fisico: L’esercizio fisico regolare è fondamentale per mantenere la forza muscolare, la mobilità e la salute cardiovascolare. Gli anziani dovrebbero impegnarsi in attività fisica adatta alle loro capacità, come camminare, nuotare o fare ginnastica leggera. L’attività fisica aiuta a prevenire la sarcopenia (perdita di massa muscolare) e a migliorare la qualità della vita.
- Prevenzione cardiovascolare: Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di disabilità negli anziani. Mantenere una dieta equilibrata, controllare la pressione sanguigna, gestire il colesterolo e smettere di fumare sono misure importanti per prevenire problemi cardiaci.
- Screening e interventi precoci: Gli anziani dovrebbero sottoporsi a screening regolari per individuare precocemente eventuali problemi di salute. Ad esempio, il test SPPB (Short Physical Performance Battery) è utile per valutare la funzionalità fisica e prevedere il rischio di disabilità.
- Ambiente sociale e supporto: Il coinvolgimento sociale e il supporto familiare sono essenziali per il benessere degli anziani. Attività di volontariato e partecipazione a gruppi sociali possono ridurre l’isolamento e migliorare la qualità della vita.
Longevità
L’equilibrio tra genetica, ambiente e stile di vita è la chiave di volta della longevità. Vediamo come ciascuno di questi fattori contribuisce alla salute dell’anziano:
- Patrimonio genetico: La genetica svolge un ruolo importante nella predisposizione a determinate condizioni di salute. Tuttavia, è solo una parte del quadro complessivo. Possiamo ereditare alcune vulnerabilità, ma il nostro stile di vita può influenzare come queste si manifestano.
- Tenore di vita: L’ambiente circostante ha un impatto significativo sulla nostra salute. L’inquinamento, l’esposizione a sostanze tossiche e la qualità dell’aria e dell’acqua possono influenzare il nostro benessere. Creare un ambiente sano e sicuro è essenziale.
- Abitudini: Questo è il fattore più modificabile. L’attività fisica regolare, una dieta equilibrata, il sonno di qualità e la gestione dello stress sono fondamentali. L’esercizio fisico aiuta a mantenere la forza muscolare e la mobilità, mentre una dieta sana fornisce i nutrienti necessari.
- Prevenzione: Intervenendo su questi fattori, possiamo ritardare o prevenire la comparsa di patologie. Ad esempio, l’attività fisica riduce il rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi. Una dieta ricca di antiossidanti protegge le cellule dai danni.
Secondo il geriatra Lorenzo Palleschi, intervenendo sui fattori chiave che contribuiscono a regolare la longevità, possiamo ritardare gli effetti più gravi delle patologie di oltre 30 anni. Investire nella salute fin dalla giovinezza paga dividendi nel lungo periodo.
Prendersi cura del corpo umano attraverso scelte consapevoli riguardanti genetica, ambiente e stile di vita è la chiave per invecchiare in salute e godere di una buona qualità di vita anche nell’anziano. La sarcopenia e le malattie cardiovascolari rappresentano due delle principali sfide per la salute degli anziani. Vediamo in dettaglio come queste patologie influenzano la disabilità e la mortalità.
Tono muscolare
La sarcopenia è una condizione caratterizzata dalla progressiva perdita di massa muscolare, forza e performance. Colpisce il sistema muscolare e può portare a disabilità fisica, cadute, fratture e scarsa qualità di vita. La sarcopenia è comune negli anziani e può riguardare dal 5% al 30% di questa popolazione, a seconda del tipo di strutture di cura in cui si trovano.
Cuore in forma
Le malattie cardiovascolari (CVDs), come l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca e l’aterosclerosi, sono una delle principali cause di mortalità negli anziani. Queste patologie colpiscono il cuore e i vasi sanguigni, riducendo la funzionalità cardiaca e aumentando il rischio di eventi come infarti e ictus.
Autonomia
L’interazione tra sarcopenia, ovvero debolezza muscolare, e cronicità, è significativa: la perdita di massa dei muscoli riduce l’esercizio fisico e la capacità di tollerare lo sforzo, aumentando il rischio di cardiopatie. Allo stesso tempo, le cardiopatie (aritmie, insufficienza arterovenosa, angina, scompenso) possono aggravare la sarcopenia, creando un circolo vizioso.
L’invecchiamento della popolazione si riflette su un incremento della prevalenza e dell’incidenza delle malattie cardiovascolari, spiega da parte sua Francesco Vetta, docente di cardiologia alla Unicamillus, primario ospedaliero ad Avezzano. Una patologia come la fibrillazione atriale, ad esempio, è raddoppiata negli ultimi vent’ anni. Parallelamente, nell’anziano si assiste a un rischio di morte improvvisa per aritmie ventricolari, che aumenta fino a 80 anni, prima di raggiungere un plateau. Importante è quindi l’attività fisica, ma con cautela e dopo screening cardiologici preliminari per agire entro un perimetro di sicurezza.