Antivirale e vaccino anticovid, quante sorprese

Farmaco Usa efficace anche contro Mers e raffreddore. Studio del Pascale di Napoli: l'immunità acquisita nei confronti del virus Sars-Cov2 potrebbe risultare efficace anche contro vari antigeni tumorali

di Redazione Salus
27 maggio 2024
Coronavirus Covid-19 Protection and Vaccine. Doctor drawing up solution from vaccine bottle and filling syringe injection for patient vaccination in medical clinic, Coronavirus in background

La pesante mole di ricerche scientifiche tese a combattere il Covid potrebbe riservare piacevoli sorprese “impreviste. Se, da una parte, un nuovo antivirale efficace contro diversi coronavirus potrebbe rivelarsi utile anche contro il virus Mers e quello del raffreddore, c’è inoltre la recente ricerca scientifica tutta italiana che dimostrerebbe che l’esposizione agli antigeni del virus potrebbe rappresentare una “vaccinazione preventiva” contro alcuni tumori.

 

Ricerca americana

In fase di ampliamento l’armamentario terapeutico contro Covid-19 ed eventuali futuri coronavirus con potenziale pandemico. Uno studio coordinato dalla Yale School of Medicine e dalla University of North Carolina at Chapel Hill ha mostrato infatti che un farmaco antivirale sperimentale è in grado di combattere diversi coronavirus: da quelli che causano il raffreddore a quello responsabile del Covid-19 fino a quello a cui si deve la Mers.

 

“Nonostante l’ampia disponibilità di numerosi vaccini sicuri ed efficaci che prevengono la forma grave di Covid-19, il continuo emergere di varianti” “che possono eludere l’immunità indotta dal vaccino rimane un problema sanitario globale”, scrivono i ricercatori. Per questo la ricerca di nuovi antivirali contro Covid non si è mai fermata. Sulle pagine di Science Translational Medicine i ricercatori descrivono i risultati degli esperimenti effettuati sulla molecola obeldesivir. Nei test condotti, gli scienziati hanno dimostrato che il farmaco riesce a combattere diversi coronavirus: il vecchio virus della Sars, SarsCoV2 sia nella sua versione originaria sia dopo l’avvento della variante Omicron, un coronavirus dei pipistrelli, quello della Mers e anche uno dei coronavirus responsabili del comune raffreddore. La somministrazione di obeldesivir insieme all’antivirale nirmatrelvir (uno dei principi attivi del farmaco anti-Covid Paxlovid) sembra inoltre potenziare l’efficacia di entrambi. Obeldesivir è già in sperimentazione sull’uomo per valutare la sua efficacia nel trattamento di Covid-19. Inoltre, un recente studio ha dimostrato la sua capacità di combattere ebola in modelli animali.

 

Ricerca italiana

Altrettanto significativo, spostandoci nel campo dell’oncologia, lo studio dell’Istituto dei tumori Pascale di Napoli, accettato dalla rivista ‘Frontiers in Immunology’, che ha dimostrato, per la prima volta, che il Sars-Cov-2 ha molecole (antigeni) simili a quelle tumorali. Soggetti vaccinati, o che hanno contratto l’infezione da Coronavirus, mostrano una risposta immune crociata.

 

Di conseguenza, l’esposizione agli antigeni del virus potrebbe rappresentare una “vaccinazione preventiva” per tumori soprattutto del seno, fegato, colon e melanoma. La ricerca descrive per la prima volta che il virus Sars-CoV-2 presenta nelle sue proteine, frammenti (antigeni) che condividono una elevata omologia di sequenze e di conformazione con antigeni espressi dalle cellule tumorali. In particolare, questi antigeni tumorali sono specificamente espressi dalla cellule del tumore al seno, al fegato, al colon e del melanoma. “Sono estremamente orgoglioso – sottolinea il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – di questo risultato, frutto di un progetto disegnato e condotto interamente all’interno del nostro Istituto, che potra’  avere un possibile impatto di straordinaria portata sulla salute della popolazione mondiale”.

 

Inoltre, viene dimostrato che cellule del sistema immunitario (linfociti T), da soggetti vaccinati o che hanno contratto l’infezione da Sars-CoV-2, sono in grado di cross-reagire con gli antigeni virali e tumorali. Questo fenomeno, definito “mimetismo molecolare” (molecular mimicry), suggerisce che la risposta immunologica indotta dagli antigeni virali e, di conseguenza, la memoria immunitaria che si è venuta a stabilire, può rappresentare una protezione nei confronti dello sviluppo di un tumore. Il direttore scientifico dell’Irccs partenopeo, Alfredo Budillon, conferma: “il mimetismo molecolare può essere sfruttato per il disegno di vaccini terapeutici antitumorali personalizzati su cui in Istituto stiamo da tempo lavorando”.