Uno
studio condotto presso il King's College di Londra ha evidenziato che la disfunzione erettile sta diventando una condizione sempre più frequente negli uomini al di sotto dei cinquant'anni: si calcola che circa metà delle persone al mondo ne soffra. Abbiamo inoltre assistito a un raddoppio dei casi negli ultimi venticinque anni. Un dato che è significativo non solo in relazione alla vita sessuale, ma anche alla salute generale di chi ne è affetto: è infatti un possibile campanello d'allarme di patologie come diabete, ipertensione e di eventi come infarti e ictus.
Il problema della disfunzione erettile
L'urologa Anna Kessler, prima firmataria della ricerca, ha guidato il proprio team in un mastodontico lavoro di analisi su dozzine di studi condotti in tutto il mondo, che complessivamente hanno preso in considerazione decine di migliaia di partecipanti, dall'adolescenza alla vecchiaia.
Lo scopo era fotografare la situazione a livello globale e il risultato ha fornito un quadro poco rassicurante: circa il 50% degli uomini ha denunciato una forma più o meno grave di disfunzione erettile e nel corso degli ultimi venticinque anni questa percentuale è praticamente raddoppiata.
Europa e Asia i continenti più colpiti
Uno degli studi presi in considerazione, riguardante la situazione in Brasile, ha evidenziato che questa condizione è più frequente nella fascia d'età 18-25 piuttosto che in quella 26-40.
In media, le percentuali di uomini con disfunzione erettile sono state del 46,3% in Nord America, 14% in Sud America, 76,5% in Europa, 49,4% in Oceania, 65% in Asia e 53,6% in Africa.
I rischi per la salute
La Kessler ne ha anche approfittato per trarre un'ulteriore conferma di un fatto già noto alla comunità scientifica: la disfunzione erettile può rivelare l'esistenza di altre patologie, come ad esempio il diabete, l'alta pressione, alterazioni cardiovascolari o problemi endocrino-metabolici.
Uno dei dati emersi, per esempio, è che il rischio di morte legata a problemi cardiovascolari aumenta del 43% nel caso si soffra di disfunzione erettile. Altro dato: chi ne è affetto ha il 68% di probabilità in più di sviluppare demenza. Proprio per questa ragione Anna Kessler suggerisce ai medici di prestare particolare attenzione a questo fenomeno, anche perché "considerata la sua natura delicata, in termini psicologici, è difficile che venga denunciato con facilità da chi ne soffre".
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