Vertigini, un mondo complesso. La causa più comune: gli otoliti
Daniele Coen * Quando parliamo di vertigini, capita spesso che ognuno di noi intenda una cosa diversa. C’è chi usa questo...
Daniele
Coen *
Quando parliamo di vertigini, capita spesso che ognuno di noi intenda una cosa diversa. C’è chi usa questo termine per indicare una sensazione di “testa vuota”, chi un vago disequilibrio, altri parlano di vertigini quando hanno l’impressione di poter svenire da un momento all’altro e infine c’è chi, più correttamente dal punto di vista clinico, usa questo vocabolo per indicare la sgradevole sensazione di essere su di una giostra e di vedere il mondo che gira vorticosamente intorno a sé. La cosa è ulteriormente complicata dal fatto, dimostrato da più di uno studio, che la stessa persona può raccontare i propri sintomi in modo diverso a distanza di poco tempo.
Distinguere una vertigine da una pre-sincope (la sensazione di stare per svenire) e differenziare una dall’altra le tante possibili cause di vertigine (per fortuna quasi tutte benigne) è compito del medico.
C’è però una forma di vertigine piuttosto frequente che possiamo imparare a riconoscere da soli e, col tempo, anche tentare di risolvere in autonomia. Il suo nome è complesso, vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), ma la sua causa è abbastanza semplice. Si tratta infatti dello spostamento anomalo di alcuni otoliti, i piccolissimi “sassolini” che stanno all’interno del complesso sistema vestibolare nell’orecchio interno. Questo sistema
è il principale responsabile dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale e funziona proprio grazie agli stimoli che gli otoliti inviano al nostro sistema nervoso muovendosi lentamente nella linfa al suo interno. Quando alcuni otoliti escono dalla loro sede abituale (i canali semicircolari) per spostarsi in altre zone del sistema vestibolare, noi perdiamo la capacità di riconoscere la nostra posizione nello spazio e compaiono i sintomi. La VPPB è in genere facile da distinguere dalle altre forma di vertigine perché ha caratteristiche cliniche molto precise: compare quando giriamo la testa (per esempio nel letto) o cambiamo la posizione del corpo (per esempio passando da distesi a seduti). La sensazione rotatoria è in genere molto intensa e può accompagnarsi a nausea o vomito, ma dura in genere poche decine di secondi, poi scompare, per tornare a ripresentarsi al successivo movimento della testa. Il capogiro non è costante, non vi è perdita di coscienza, né mal di testa, né difficoltà a camminare una volta che la persona si sia alzata … a patto che non giri il capo camminando.
La caratteristica della VPPB è che in genere non risponde bene ai farmaci che vengono usati nella labirintite e in altre forme di vertigine, mentre può essere risolta in pochi minuti con delle manovre di riposizionamento degli otoliti che si effettuano facendo compiere alla testa una serie di movimenti secondo una sequenza precisa. Scegliere la giusta sequenza è compito del medico otorino, ma alcune persone che hanno crisi ripetute arrivano a conoscere questi movimenti così bene da poterli poi eseguire in autonomia.
* medico d’urgenza,
già Direttore del Pronto
soccorso dell’ospedale
Niguarda di Milano