Tumore alla prostata e diagnosi con l’intelligenza artificiale, l’urologo: ecco che cosa ci aspetta

Si tratta della neoplasia maschile più diffusa dopo i 50 anni. Alessandro Giacobbe: quali sono le prospettive

di RITA BARTOLOMEI
1 novembre 2024

Torino, 1 novembre 2024 – Diagnosi del tumore alla prostata – la neoplasia maschile più diffusa in Italia -  e utilizzo dell’intelligenza artificiale. Per ora l’ospedale Mauriziano di Torino – nell’Urologia diretta dal dottor Roberto Migliari – ha avviato uno studio (retrospettivo). Quali sono gli obiettivi? Lo abbiamo chiesto all’urologo Alessandro Giacobbe. 

Approfondisci:

Influenza in Italia, ecco le segnalazioni arrivate fino ad oggi al ministero della Salute

Influenza in Italia, ecco le segnalazioni arrivate fino ad oggi al ministero della Salute
Tumore alla prostata, la neoplasia maschile più diffusa dopo i 50 anni
Tumore alla prostata, la neoplasia maschile più diffusa dopo i 50 anni

La questione per punti

Tumore alla prostata e intelligenza artificiale

Stiamo parlando della lettura delle risonanze magnetiche che oggi richiede l’esame di un radiologo esperto che sia capace di usare tecnologie avanzate. Quale aiuto può allora garantire l’Ia? Quali sono i vantaggi e le criticità ancora da valutare?

A questo link i dati dell’Airtum

Lo studio al Mauriziano

"Lo studio approvato dal Comitato etico – chiarisce l’urologo – si concentra su esami del passato. Naturalmente per poter procedere è stato richiesto il consenso ai pazienti. Di fatto, noi stiamo validando l’efficacia di questo software e ci proponiamo di confermare i dati che sono già presenti nella letteratura scientifica. Questi dati ci dicono che l’intelligenza artificiale in questo momento va a ridurre la differenza che c’è tra il radiologo esperto e quello inesperto nella lettura della risonanza”.

Cosa ci aspetta in futuro?

Ma dunque esperienza, competenza e capacità passano in secondo piano? “Assolutamente no, non è questo il messaggio – sottolinea il medico -.  L’intelligenza artificiale non sostituirà mai il lavoro del radiologo. Piuttosto in futuro, il radiologo che usa l’intelligenza artificiale sostituirà quello che non la usa”.

I tempi dello studio

Spiega il medico del Mauriziano: "Se i risultati ci dovessero dire che l’intelligenza artificiale, analizzando la risonanza, ha una correttezza diagnostica simile a quella di un radiologo esperto, questo sarà un grosso aiuto”.

Pro e contro dell’Ia in medicina

"L’intelligenza artificiale – elenca l’urologo – riduce la differenza di interpretazione dell’esame tra diversi radiologi e accorcia i tempi di lettura delle immagini. Oggi occorrono 40 minuti, si potrà fare in 10. Inoltre, migliora la capacità del radiologo inesperto nel leggere l’esame.  Le criticità? Di certo non si può dare diciamo così libero arbitro all’Ia ma ci deve sempre essere dietro il medico. Altrimenti il rischio è che si segua quello che stabilisce l’algoritmo. E c’è anche un problema etico, se sbaglia l’intelligenza artificiale di chi è la colpa? La responsabilità deve essere sempre del medico. Per questo, noi stiamo procedendo con i piedi di piombo”.

La diffusione del tumore alla prostata

Il tumore alla prostata, ricorda Giacobbe –  è la neoplasia maschile più diffusa in Italia, colpisce soprattutto uomini sopra i 50 anni. La motivazione principale di questi dati allarmanti? Prima di tutto è migliorata la diagnosi”. E novembre da sempre rappresenta il mese della prevenzione.