Tumore al pancreas, funziona il monitoraggio per la diagnosi precoce
Studio pilota dell’Humanitas per intercettare la patologia in fase precoce
Ha colpito personaggi famosi, da Steve Jobs a Gianluca Vialli: il tumore al pancreas, negli ultimi anni, è entrato sempre più spesso nel radar dell’attenzione del grande pubblico. Solo nel 2022 in Italia le nuove diagnosi sono state 14.500. Numeri che fanno capire l’importanza della diagnosi più precoce. I medici e i ricercatori di Humanitas, con il supporto di Fondazione Humanitas per la Ricerca, sono impegnati in studi che puntano a intercettare la malattia in fase precoce, a “individuare” pazienti a rischio da monitorare tramite programmi di prevenzione, a sfruttare tecnologie e strumenti innovativi, come algoritmi di Intelligenza Artificiale, per nuovi approcci.
«Il cancro del pancreas – spiega il prof. Alberto Mantovani, Presidente di Fondazione Humanitas per la Ricerca – rappresenta una sfida, dati i progressi insufficienti fatti nella diagnosi precoce e cura di questo tumore. Le terapie immunologiche, ad esempio, che rappresentano una vera e propria rivoluzione in oncologia, non hanno avuto un impatto significativo nella terapia del cancro del pancreas. Per questo dobbiamo raccogliere la sfida a tutto campo: dal miglioramento della diagnosi precoce allo sviluppo di approcci terapeutici innovativi fino alla prevenzione».
L’incremento dei numeri del carcinoma del pancreas ha cause multifattoriali: stile di vita scorretto, alimentazione non equilibrata e agenti inquinanti, primo fra tutti il fumo, a cui si aggiunge una componente genetica nel 10% dei casi. Sebbene si conoscano alcune di queste predisposizioni genetiche, l’assenza di marcatori predittivi o specifici nonché di sintomi facilmente riconoscibili ne ritardano la diagnosi. Recentemente, il gruppo multidisciplinare di Humanitas dedicato alla familiarità del tumore al Pancreas ha collaborato alla pubblicazione sulla rivista internazionale The American Journal of Gastroenterology dello studio “Outcomes of a 3-year prospective surveillance in individuals at high-risk for pancreatic cancer”, lavoro nato da una collaborazione multicentrica italiana.
Lo studio riporta i risultati della sorveglianza condotta con risonanza magnetica ed ecoendoscopia per 3 anni su 154 persone ad aumentato rischio di tumore del pancreas arruolate nel registro italiano AISP. Sono stati riscontrati 8 adenocarcinomi del pancreas e una lesione premaligna, e di questi 8 pazienti con tumore, 5 erano portatori di mutazioni a livello di geni coinvolti nello sviluppo di tumore del pancreas, le cosiddette varianti patogenetiche. Degli 8 casi di tumore, 5 erano operabili alla diagnosi e addirittura 3 sono stati diagnosticati in fase molto precoce (fase 1). Una riprova che il monitoraggio stretto, con risonanza magnetica e/o ecoendoscopia, di persone a rischio, consenta di intercettare il tumore del pancreas in fase molto iniziale favorendo maggiori possibilità di trattamento.
Troppo alcol, malattie del fegato in aumento
Il fegato è la ghiandola più voluminosa del corpo umano: pesa 1-1.5 kg, è connesso all’apparato digerente e svolge funzioni essenziali per il metabolismo, la difesa dell’organismo e l’eliminazione delle sostanze tossiche. Tra i suoi compiti principali c’è la produzione di bile, fondamentale per la digestione degli alimenti e l’assorbimento delle vitamine. La salute del fegato è fondamentale per l’organismo, ma è minacciata da alcune malattie causate da virus, sostanze chimiche e soprattutto dall’alcol e disturbi metabolici, un insieme di cause in grado di provocare infiammazione acuta e cronica con potenziale esito in cirrosi e tumori. Negli ultimi anni l’alcol ha generato un vero e proprio allarme sociale, in quanto nove milioni di italiani lo consumano in eccesso.